Il 12 e 13 febbraio i cittadini della Regione Lazio si recheranno alle urne per votare: sei i nomi tra cui scegliere che corrono per la carica di presidente della Regione Lazio.

Alessio D’Amato

Laureato in sociologia, dal 2005 al 2010 è stato membro della Commissione Sanità e Bilancio del consiglio regionale del Lazio e della Commissione Sicurezza sul Lavoro. Dal 2008 al 2010 ha ricoperto il ruolo di Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Consiglio regionale del Lazio e dal 2013 è stato Responsabile della Cabina di Regia della Sanità della Regione Lazio. È attualmente assessore alla Sanità e candidato del centrosinistra alle elezioni del 2023. È supportato da sette liste:Partito Democratico, Lista D’Amato, Terzo Polo (Azione e Italia Viva), +Europa-Radicali-Volt, Demos, Verdi e PSI

Francesco Rocca

Di professione avvocato, è stato Direttore Generale dell’Ospedale Sant’Andrea fino al 2007. È stato poi nel consiglio d’indirizzo dell’Istituto Nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma dal 2007 al 2010 e componente del nucleo valutazione dell’Istituto Nazionale Tumori – IRCSS Fondazione Pascale di Napoli dal 2005 al 2009. Dal 2007 è entrato nella Croce Rossa Italiana, ricoprendo negli anni diversi ruoli. Ad oggi è Presidente nazionale della Croce Rossa Italiana. Rocca corre per il centrodestra appoggiato da sei liste: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi moderati – Rinascimento, Unione di centro, Lista civica Rocca presidente.

Donatella Bianchi

È conosciuta come conduttrice del programma televisivo “Linea Blu”. È giornalista Rai, iscritta all’Ordine Nazionale dei Giornalisti, ed ex presidente di WWF Italia. Dal 2019 è Presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre. È autrice di diversi libri e grazie alla sua attività di giornalista e divulgatrice ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti. La Bianchi è la candidata del Movimento 5 Stelle per le prossime elezioni e la sua candidatura è appoggiata dalla lista Polo progressista.

Rosa Rinaldi

Politica e sindacalista, è stata membro della direzione nazionale della Federazione Impiegati Operai Metallurgici dal 2000; nel 2006 è entrata come sottosegretaria al Ministero del Lavoro nel secondo governo Prodi, incarico che ha mantenuto fino al 2008. Fino al 2021 è stata responsabile Sanità e Politiche sociali nella Segreteria nazionale di Rifondazione Comunista. Attualmente Rosa Rinaldi corre come candidata del partito Unione Popolare per le elezioni regionali 2023.

Sonia Pecorilli

Lei è consigliera comunale per il PCI a Sermoneta con delega alla sanità e alla pubblica istruzione. Lavora come infermiera presso l’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina ed è consigliera dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Latina. È candidata del Partito Comunista Italiano per la carica di presidente della regione Lazio.

Fabrizio Pignalberi

Sesto e ultimo candidato alla carica di presidente della regione è Fabrizio Pignalberi, sostenuto da due liste: Quarto Polo e Insieme per il Lazio.


Tanti i nomi provenienti dai Castelli Romani che figurano nelle liste che corrono per le elezioni regionali.

A partire da Velletri troviamo:

  • Tiziana Pepe Esposito, candidata con Forza Italia, è laureata in giurisprudenza e ha un master in criminologia. Ha inoltre conseguito una laurea triennale per diventare educatrice per gli adulti, per poi proseguire con una specialistica in programmazione e gestione dei servizi educativi e formativi. Ad oggi lavora come dipende pubblico nel servizio legale e contenzioso.
  • Maria Paola De Marchis, tra le fila del Terzo Polo, è conosciuta a Velletri per il suo ruolo di consigliera nell’attuale amministrazione. La De Marchis è laureata in Scienze dell’Amministrazione e ha conseguito un Master di secondo livello in Innovazione nella Pubblica Amministrazione. Oltre al ruolo di consigliera ha lavorato per molti anni all’Ospedale di Velletri all’interno dell’Ufficio Amministrativo Direzione Pronto Soccorso.
  • Ilaria Usai, candidata con la lista Polo Progressista a sostegno della candidata Donatella Bianchi, è conosciuta a Velletri per il suo passato incarico di Assessora alla Cultura. È laureata in giurisprudenza ed esercita la professione di avvocato.
  • Giancarlo Righini, torna a correre con Fratelli D’Italia. Anche lui laureato in giurisprudenza, dopo aver lavorato per diversi anni all’interno della Banca Popolare del Lazio, nel 2013 è approdato alla politica come consigliere regionale, incarico mantenuto fino ad oggi.
  • Tony Bruognolo, candidato per la Lega, di cui è già coordinatore regionale.
  • Daniele Previtali sarà il candidato della lista Verdi-Sinistra.
  • Matteo Masum, correrà con Unione Popolare a sostegno della candidatura di Rosa Rinaldi.
  • Matteo Masum, correrà con Unione Popolare a sostegno della candidatura di Rosa Rinaldi.
  • Giancarlo Righini, torna a correre con Fratelli D’Italia. Anche lui laureato in giurisprudenza, dopo aver lavorato per diversi anni all’interno della Banca Popolare del Lazio, nel 2013 è approdato alla politica come consigliere regionale, incarico mantenuto fino ad oggi.
  • Tony Bruognolo, candidato per la Lega, di cui è già coordinatore regionale.

Altri candidati dei Castelli Romani sono:

  • Marco Cacciatore, candidato nella lista Polo Progressista di Sinistra Ecologista per la città di Marino. È laureato in Scienze Politiche ed ha ricoperto l’incarico di consigliere comunale nella sua città natale. Nel 2018 è stato eletto in consiglio regionale e dallo stesso hanno ha ottenuto l’incarico di Presidente della Commissione X – Urbanistica, Politiche abitative, Rifiuti.
  • Cristiana Vittori, sempre da Marino, si candida con il M5S.
  • Luca Andreassi, da Albano, corre con Italia Viva a supporto della candidatura di Alessio D’Amato. È ingegnere meccanico e professore universitario presso Tor Vergata. È stato a lungo consigliere comunale ad Albano, per poi assumere l’incarico di Vicesindaco e Assessore ai Lavori Pubblici, Infrastrutture e Trasformazione Digitale nel 2020.
  • Fabio Mestici, candidato nella lista del PSI, è segretario della sezione di Marino del Partito Socialista Italiano.
  • Giorgio Leopardi, vicesindaco di Ariccia e membro della segreteria regionale della Lega Lazio, si candida come consigliere regionale a supporto di Francesco Rocca. Oltre al ruolo di vicesindaco, è stato anche consigliere comunale e assessore presso il Comune di Ariccia.
  • Edy Palazzi, vicesindaca di Nemi, corre alle prossime regionali con Fratelli D’Italia. È attualmente Assessora con deleghe alla Cultura, Urbanistica, Turismo e ai Gemellaggi.
  • Fabio Desideri, si candida con la Civica per Rocca presidente. È laureato in scienze politiche ed ha ricoperto vari incarichi all’interno del suo comune e non solo: è stato infatti dapprima consigliere comunale a Marino, dove è anche stato eletto Sindaco, per poi divenire consigliere regionale.
  • Marika Sciamplicotti, candidata a consigliere regionale per il partito democratico, è laureata in ingegneria gestionale e ha ricoperto l’incarico di consigliera comunale presso il Comune di Rocca di Papa;
  • Luca Ventura, sempre da Rocca di Papa, è candidato con UDC a supporto di Francesco Rocca.
  • Emiliano Sbaraglia, da Frascati, entra in campo con Verdi-Sinistra. Lui è insegnante, scrittore e giornalista.

Secondo un recente sondaggio elaborato da Tecnè per l’Agenzia Dire il 16 gennaio, l’affluenza al voto, come già è accaduto per le elezioni politiche del 25 settembre, non sarà altissima. Su 1000 persone campionate infatti, solo il 58% ha confermato che andrà a votare. Sempre dallo stesso sondaggio è emerso che il 46% degli intervistati voterebbe per il candidato del centrodestra Francesco Rocca, che il 35% voterebbe per il centrosinistra con Alessio D’Amato e infine che la candidata del M5S Donatella Bianchi si attesterebbe intorno al 16%. Stesse percentuali, con leggere differenze, sono risultate dai sondaggi del 15 e del 16 gennaio di BiDiMedia e di Izi.

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È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno 2023 e il bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025, dopo aver ricevuto il via libera definitivo dal Senato il 29 dicembre 2022.

Vediamo quali sono le principali misure e gli aiuti previsti per imprese, lavoratori e famiglie.

Sono stati destinati oltre 21 miliardi di euro al pacchetto di misure contro il caro energia:

Per il primo trimestre del 2023 è stata confermata l’eliminazione degli oneri impropri delle bollette; è stato poi rifinanziato il credito d’imposta per le piccole imprese e per le attività commerciali e di ristorazione che dal 30% passa al 35% e per le imprese energivore e gasivore che dal 40% sale al 45%.

Nel 2023 l’aliquota IVA scende al 10% per i pellet e al 5% per consumi associati al teleriscaldamento. Inoltre, è stata prorogata per il primo trimestre del 2023 la riduzione dell’aliquota iva al 5% per le somministrazioni di energia termica prodotta con gas metano.

Sono stati stanziati 2 miliardi di euro per l’anno corrente al comparto sanità e 1 miliardo di euro per gli enti territoriali.

Tra gli aiuti per le famiglie troviamo il bonus sociale bollette, riconfermato con un innalzamento della soglia Isee a 15 mila euro.

Tra le misure in vigore dal 2023 vediamo una riduzione dell’iva al 5% sui prodotti per l’infanzia e l’igiene intima femminile. È stato inoltre istituito un fondo di 500 milioni di euro per la realizzazione di una carta risparmio spesa per l’acquisto di beni di prima necessità. La carta sarà gestita dai singoli Comuni ed è indirizzata ai redditi fino a 15 mila euro. Questa potrà essere utilizzata presso i punti vendita che aderiscono all’iniziativa.

Assegno unico per le famiglie: previsto l’incremento del 50% per le famiglie con figli di età inferiore a un anno e per quelle con tre o più figli di età compresa tra uno e tre anni, con Isee fino a 40 mila euro. È previsto anche un aumento del 50% dell’assegno unico per le famiglie con quattro o più figli e sono state riconfermate le maggiorazioni per le famiglie con a carico figli con disabilità.

In materia di congedo parentale è stato deciso di aggiungere un mese in più di congedo facoltativo. Questo potrà essere utilizzato da uno solo dei due genitori fino al sesto anno di vita del figlio e verrà retribuito all’80%.

Anche per il 2023 è stata riconfermata l’agevolazione rivolta agli under 36 per l’acquisto della prima casa.

Parlando di mutui ipotecari, è stata ripristinata la norma del 2012 che permette di trasformare i mutui ipotecari da tasso variabile a tasso fisso. Ne possono beneficiare gli Isee fino a 35 mila euro, con un tetto massimo del mutuo di 200 mila euro per l’acquisto della prima casa.

Viene prorogata al 2023 la detrazione del 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici green, con un innalzamento del tetto massimo a 8 mila euro.

Anche il bonus psicologo viene rimodulato con un ampliamento della platea di beneficiari. Il bonus sale a 1.500 euro e potranno accedervi gli Isee fino a 50 mila euro.

È stato rivisto il bonus di 500 euro per i 18enni: dal 2023 vengono istituite la carta della cultura giovani e la carta di merito. La prima è destinata ai residenti appartenenti a nuclei familiari con Isee fino a 35 mila euro ed è utilizzabile nel diciannovesimo anno di età, mentre la seconda è rivolta ai giovani che entro i 19 anni abbiano conseguito il diploma di istruzione secondaria superiore con una votazione di almeno 100 centesimi.

Dal 1° gennaio 2023 il superbonus 110 viene rimodulato e l’aliquota scende al 90%.

Taglio del cuneo fiscale per il 2023: è stato incrementato al 2% per i redditi fino a 35 mila euro e al 3% per i redditi fino a 25 mila euro l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori per i rapporti di lavoro dipendente.

La legge di Bilancio ha introdotto per questo nuovo anno una flat tax incrementale destinata, come si legge nel testo a “i contribuenti persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni, diversi da quelli che applicano il regime forfettario”.

Incrementate le risorse del Fondo per il sostegno economico temporaneo a favore dei lavoratori iscritti nel Fondo pensione lavoratori dello spettacolo. L’aumento delle risorse ammonta a 60 milioni di euro per il 2023, 6 milioni di euro per il 2024 e 8 milioni di euro per il 2025.

Per quanto riguarda le pensioni il nuovo Governo ha deciso di sperimentare per l’anno 2023 il pensionamento anticipato a 62 anni d’età e con 41 anni di contributi. Per chi decide di restare a lavoro è previsto il trasferimento in busta paga di circa il 10% della quota contributiva che dovrebbe essere destinata all’ente previdenziale.

È stato prorogato al 2023 l’Anticipo Pensionistico Sociale. La legge di bilancio 2023 prevede inoltre una rivisitazione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni per gli anni 2023-2024, con sette fasce di rivalutazione in base all’importo del trattamento pensionistico. È infine previsto per l’anno corrente l’innalzamento a 600 euro delle pensioni minime per gli over 75.

“Opzione Donna”: è stata prorogata per il 2023 la possibilità di accedere al trattamento pensionistico per le lavoratrici che hanno almeno 60 anni d’età e che, entro il 31 dicembre 2022, hanno maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni. Possono accedere al trattamento pensionistico le donne che rientrano in una di queste categorie: caregivers, donne con invalidità pari o superiore al 74%, lavoratrici licenziate e dipendenti di aziende per le quali è attivo un tavolo di crisi.

È previsto l’esonero totale, nel limite di 8 mila euro, per le assunzioni a tempo indeterminato e per le trasformazioni di contratti da tempo determinato a tempo indeterminato fino al 31 dicembre 2023 di beneficiari del Reddito di Cittadinanza. Un’analoga agevolazione varrà per l’assunzione di personale femminile e di giovani under 36. È stato poi esteso per tutto il nuovo anno l’esonero del 100% dal versamento dell’accredito contributivo presso l’assicurazione generale obbligatoria per l’IVS per le nuove iscrizioni di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali con età inferiore a quarant’anni.

Fino al 31 marzo 2023 è stato prorogato lo smart working per i lavoratori fragili, siano essi dipendenti pubblici o privati.

Fino al 31 dicembre 2023 la misura del reddito di cittadinanza sarà riconosciuta per massimo 7 mensilità, ad eccezione dei nuclei familiari in cui vi sono persone con disabilità, minorenni o persone over 60. I beneficiari di reddito di cittadinanza dovranno essere inseriti, per un periodo di sei mesi, in corsi di formazione o riqualificazione professionale. In caso di mancata frequenza del corso, il diritto al beneficio decade. Per coloro che beneficiano del reddito di cittadinanza, appartengono alla fascia d’età tra i 18 e i 29 anni e non hanno adempiuto all’obbligo di istruzione, l’erogazione del beneficio sarà subordinata all’iscrizione e alla frequenza di percorsi di istruzione per adempiere a tale obbligo. Infine, il beneficio decade anche qualora si rifiuti la prima offerta di lavoro. Dal 1° gennaio 2024 il reddito di cittadinanza sarà abrogato per lasciare spazio a una più organica riforma delle misure di sostegno alla povertà e all’inclusione attiva, a cui si affiancherà l’istituzione di un apposito Fondo.

Viene istituito il Fondo per la sperimentazione del reddito alimentare, con la dotazione di 1,5 milioni di euro per l’anno 2023 e di 2 milioni di euro per il 2024. L’obiettivo del fondo è quello appunto di sperimentare la misura del reddito alimentare per contrastare lo spreco e la povertà alimentare, mediante l’erogazione ai soggetti in povertà assoluta di pacchi alimentari contenenti l’invenduto della distribuzione alimentare. Sarà un decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali a definire le modalità attuative della misura e i beneficiari.

Previsto per il 2023 anche l’istituzione del Fondo per le periferie inclusive e il Fondo per accrescere il livello professionale nel turismo, oltre allo stanziamento di nuove risorse per il Fondo sociale per occupazione e formazione, per il Fondo per la crescita sostenibile e per il Fondo di garanzia PMI.

Tra le misure a favore delle imprese ci sono anche la proroga del bonus Ipo per favorire la quotazione delle PMI in borsa e il rifinanziamento dei contratti di sviluppo nei settori industria e turismo per gli anni 2023-2027.

Per quanto riguarda invece le misure indirizzate al sud Italia, sono state prorogate al 2023 le agevolazioni sugli investimenti effettuati nel Mezzogiorno, nelle zone economiche speciali e nelle zone logistiche semplificate.

Dal 1° gennaio 2023 il tetto al contante viene innalzato a 5.000 euro. È stato poi istituito un tavolo per valutare delle soluzioni che abbattano l’incidenza dei costi sulle transazioni elettroniche fino a 30 euro per gli esercenti con fatturato non superiore a 400 mila euro.

In materia di cartelle esattoriali, a partire dal 31 marzo 2023 verranno cancellate le cartelle fino al 2015 con importo inferiore a mille euro. Ci sarà anche una rateizzazione dei pagamenti fiscali non effettuati nel 2022, senza l’aggravio di sanzioni, per coloro che a causa di difficoltà economiche non hanno versato le tasse.

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Il 25 novembre si celebra la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Perché nasce questa giornata e perché si celebra proprio il 25 novembre? È stata l’assemblea dell’Onu nel 1999 a scegliere questa data in ricordo del sacrificio delle sorelle Mirabal, attiviste del “Movimento 14 giugno”, un gruppo politico clandestino dominicano che si opponeva al regime dittatoriale  di Rafael Leónidas Trujillo.

Queste tre donne, coraggiose e rivoluzionare, sono state  prese come simbolo per denunciare il maltrattamento fisico e psicologico perpetrato dagli uomini nei confornti delle donne. Purtroppo l’argomento è più che mai attuale. La violenza sulle donne è un fatto quotidiano come dimostrano i dati e le percentuali che non sembrano mai diminuire.

Secondo il report della Direzione centrale della polizia criminale, dal 1° gennaio al 13 novembre 2022 sono 84 le donne uccise in ambito familiare e/o affettivo, di cui 49 uccise per mano dei propri partner o ex partner. Entrambi questi dati hanno subito un leggero calo dal 2021 al 2022, ma si può   considerarlo un successo? A mio parere assolutamente no. Dovremo auspicare ad un’eliminazione totale del fenomeno e non sperare che ogni anno le morti diminuiscano.

Alla base di questo fenomeno sono convinta ci sia sempre la questione culturale: purtroppo la donna è considerata un oggetto da possedere, è l’uomo a scegliere per lei perché gli appartiene. Questa cultura malata dell’uomo dominante va sradicata: bisogna educare sin da subito i più piccoli al rispetto dell’altro sesso. Sono convinta che un altro elemento da considerare è il “rapporto con sé stessi”. Per educare al giusto rapporto con gli altri e soprattutto con il sesso opposto, bisogna educare prima al rapporto con sé stessi. Se un uomo cresce con l’idea che non può esprimere le sue insicurezze e non può chiedere aiuto altrimenti la sua mascolinità viene meno, queste si faranno sempre più grandi ed inevitabilmente le andrà a sfogare su qualcun altro (soprattutto sulla donna con cui è impegnato in una relazione). Perciò bisogna educare i maschi al concetto di aiuto e combattere invece il concetto di mascolinità tossica che “avvelena” tanto gli uomini quanto le donne. Altro problema che spesso emerge è che le donne vittime di violenza non denunciano quanto accade perché non si sentono adeguatamente protette. Spesso accade che le stesse istituzioni non sanno relazionarsi con donne che hanno subito violenza, soprattutto per la mancanza di una formazione adeguata. Una donna vittima di violenza che non denuncia  potrebbe aver timore di non essere creduta o che ciò che le è accaduto venga trattato con superficialità. Anche su questo bisogna continuare a fare passi avanti, fornendo anche una maggiore formazione a coloro che operano in questi ambiti. Inoltre servirebbe dare più spazio e visibilità alle associazioni e ai centri che trattano questa tematica sul territorio, creando momenti di confronto e di sensibilizzazione, nelle scuole e sui luoghi di lavoro. La violenza sulle donne non è un argomento che riguarda solo le donne, ma la società tutta, poiché, finché ci saranno ancora donne uccise ingiustamente, donne picchiate e maltrattate, donne sottomesse, non ci potremo mai considerare una società evoluta e libera. Il progresso che    tutti i paesi decantano deve essere anzitutto un progresso umano, poichè, finché esisterà questa triste realtà,  non potremo considerarci una società evoluta.

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Lizz Truss

Lizz Truss, che il 6 settembre era stata nominata nuova Premier del Regno Unito, il 20 ottobre ha presentato le sue dimissioni, dopo 45 giorni di governo, il mandato più breve della storia inglese. Il Regno Unito è così caduto in una profonda crisi di governo, con un’opposizione unita che chiedeva le elezioni anticipate e un Partito Conservatore che ha tentato di resistere tirando fuori un nuovo Primo Ministro, il terzo nel giro di circa tre mesi. Nel suo ultimo discorso a Downing  Street il 20 ottobre, Lizz Truss ha detto: “Sono entrata in carica in un momento di grande instabilità economica e internazionale. Le famiglie e le imprese erano preoccupate per le bollette da pagare. La guerra di Putin in Ucraina minaccia la sicurezza di tutto il continente e il nostro paese è stato ostacolato per troppo tempo dalla bassa crescita economica. Sono stata eletta dal Partito Conservatore con il mandato di cambiare questa situazione e abbiamo mantenuto le promesse sulle bollette e sul taglio del costo della previdenza. Abbiamo sviluppato la visione di un’economia con imposte basse e crescita alta per sfruttare le libertà che ci ha dato la Brexit. Tuttavia, mi rendo conto che, data la situazione, non posso eseguire il mandato per cui sono stata eletta dal Partito Conservatore. Per questa ragione, ho parlato con Sua Maestà il Re e gli ho notificato le mie dimissioni da leader del Partito Conservatore”. Dopo la morte della regina Elisabetta e il periodo di lutto pubblico, il mandato della Truss ha mostrato sin da subito i primi segni di cedimento; infatti già il 14 ottobre erano arrivate le dimissioni del Cancelliere dello Scacchiere Kwasi Kwarteng, seguite poi da quelle del Ministro dell’Interno Suella Braveman. Dopo le dimissioni della Truss, le previsioni già vedevano un nome in testa a tutti come possibile nuovo Premier, quello di Rishi Sunak che, senza avversari a correre con lui, il 25 ottobre è stato nominato nuovo leader del Partito Conservatore e Primo Ministro del Regno Unito.

Rishi Sunak

Rishi Sunak, ex Cancelliere dello Scacchiere, è il primo capo del governo di origini indiane e il primo premier nominato da Re Carlo III, salito al trono l’8 settembre, dopo la morte della regina Elisabetta II. Nel primo discorso al numero 10 di Downing Street, il neo Primo Ministro ha affermato: “È il più grande privilegio della mia vita poter servire il partito che amo e restituire qualcosa al paese al quale devo così tanto. Sono appena stato a Buckingham Palace e ho accettato l’invito di Sua Maestà il Re a formare un nuovo governo in suo nome. È giusto spiegare perché sono qui come vostro nuovo Primo Ministro. In questo momento il nostro paese sta affrontando una profonda crisi economica. Voglio rendere omaggio a chi mi ha preceduto: LizzTruss, non aveva torto nel volere la crescita in questo paese, ma alcuni errori sono stati commessi e io sono stato eletto come leader del Partito Conservatore e come Primo Ministro in parte per correggerli. Sarò sempre grato a Boris Johnson per il suo incredibile successo come Primo Ministro e faccio tesoro del suo calore e della sua generosità di spirito. So che sarebbe d’accordo con me sul fatto che il mandato che il mio partito ha ottenuto nel 2019 non è proprietà dell’anima di nessun individuo, è un mandato che appartiene e unisce tutti noi. Manterrò le sue promesse, un servizio sanitario più forte, scuole migliori, strade più sicure, controllo dei nostri confini, costruzione di un’economia che coglie le opportunità della Brexit in cui le imprese investono, innovano e creano posti di lavoro”. La promessa di Sunak è di lavorare giorno dopo giorno per ridare unità e stabilità al Regno Unito e al Partito Conservatore, sottolineando che il governo che guiderà non lascerà la prossima generazione con un debito da saldare. Così tra crisi economica, divisioni interne, crisi internazionale e lacerazioni sociali RishiSunak inizia il suo mandato.

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Con la fine dello stato d’emergenza per la pandemia da Covid19 abbiamo assistito ad un graduale ritorno alla normalità. Dal mese di maggio 2022 tante restrizioni sono venute meno, come l’obbligo delle mascherine in bar, ristoranti, negozi, supermercati etc. e l’obbligo di esibire il green pass per accedere a determinati luoghi.

Dal 15 giugno c’è stato un ulteriore allentamento: da questa data infatti é decaduto  l’obbligo di indossare le mascherine per accedere a teatri, cinema, spettacoli al chiuso e ad eventi sportivi all’interno di palazzetti. Resta ancora in piedi invece l’ipotesi di prorogare l’obbligo sui mezzi di trasporto pubblico, come treni, autobus, metro e tram. Potrebbe essere presa una decisione a parte per gli aerei, per adeguarsi così anche alle regole dell’Unione europea. La mascherina resta sicuramente obbligatoria, fino a data da destinarsi, per accedere a ospedali e Rsa.

Dal 15 è scaduto anche l’obbligo di vaccinazione per gli over 50. L’unica categoria per cui varrà ancora l’obbligo, fino alla fine dell’anno, è per i lavoratori nell’ambito della sanità.

Lunedì 13 è stato convocato il vertice tra il ministro della Salute Roberto Speranza, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro per prendere una decisione definitiva sulle mascherine durante gli esami di maturità e quelli di terza media. La decisione finale per gli esami di stato 2022, sia del primo sia del secondo ciclo scolastico, è quella di eliminare l’obbligo di indossare le mascherine, sostituendolo ora ad una forte raccomandazione soprattutto se ci si trova in luoghi chiusi ed affollati. Dopo il vertice di lunedì 13 giugno, a cui è seguito il Consiglio dei ministri, verrà inviata una circolare esplicativa a tutte le scuole sul territorio nazionale. Durante il vertice il presidente dell’ISS Brusaferro ha illustrato l’attuale quadro epidemiologico per poter cominciare a ragionare in vista della riapertura delle scuole a settembre e del ritorno nelle aule di milioni di studenti, in presenza e in totale sicurezza.

Quali sono i bonus 2022, quali sono i requisiti per ottenerli e a chi spettano

BONUS

Bonus facciate

Il bonus facciate è un agevolazione introdotta con la Legge di Bilancio 2020 e rinnovata sia nel 2021 sia nel 2022. Quest’anno ci sono delle novità a partire dalla percentuale di detrazione che, rispetto allo scorso anno, scende dal 90% al 60%.L’agevolazione consiste in una detrazione d’imposta, da ripartire in dieci quote annuali costantiper interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti ubicati in determinate zone, compresi quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna. Gli edifici interessati devono trovarsi nelle zone A e B, individuate dal decreto ministeriale n. 1444/1968 o in zone a queste assimilabili in base alla normativa regionale e ai regolamenti edilizi comunali. Il bonus è applicabile per interventi su strutture opache della facciata, su balconi, ornamenti e fregi e per interventi di sola pulitura o tinteggiatura esterna. Non rientrano nel bonus interventi su facciate interne che si affaccino ad esempio su un cortile condominiale o su un parcheggio. Rispetto al 2021 gli interventi ammessi nell’incentivo possono riguardare anche solo una parte della facciata. Il bonus può essere richiesto da: persone fisiche, enti pubblici e privati, imprese e associazioni di professionisti, contribuenti che hanno un reddito di impresa. Questo può essere erogato in tre modalità: tramite detrazione della dichiarazione dei redditi successiva ai lavori, attraverso lo sconto in fattura da parte della ditta o del professionista, con la cessione del credito a soggetti terzi.

Bonus ristrutturazione

È stato prorogato per i prossimi tre anni il bonus ristrutturazione. Questo prevede la restituzione del 50% della somma spesa per la realizzazione dei lavori indicati. Le tipologie di lavoro che rientrano in questa agevolazione sono: lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati su parti comuni di edifici residenziali; interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, effettuati su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale. Il contribuente potrà detrarre l’acquisto dei materiali, l’esecuzione dei lavori, altre prestazioni richieste come perizie e sopralluoghi etc. Si può ottenere la restituzione del 50% della somma spesa (e fino ad un massimo di 96.000 euro di spesa) in tre modalità: sotto forma di detrazione fiscale, al momento della dichiarazione dei redditi; tramite sconto in fattura; attraverso cessione del credito. Per quanto riguarda la detrazione fiscale, la somma restituita verrà divisa in rate uguali in dieci anni. Tramite lo sconto in fattura invece chi fa eseguire i lavori pagherà la metà delle spese sostenute, mentre l’altra metà verrà anticipata dall’impresa che esegue i lavori (e che otterrà poi il rimborso grazie al credito d’imposta maturato). Infine, con il credito d’imposta il beneficiario del bonus può cedere il credito ad una banca, un istituto di credito o a soggetti terzi. Tutte le spese sostenute dovranno essere pagate tramite bonifico parlante, postale o bancario.

Bonus casa

Anche nel 2022 sarà possibile usufruire del bonus casa per l’acquisto di immobili destinati ad abitazione principale. Per usufruire dell’agevolazione bisognerà rispettare una serie di requisiti: l’abitazione dovrà rientrare nelle categorie catastali A/2, A/3, A/4, A/5, A/6, A/7, A/11; dovrà trovarsi nel Comune in cui l’acquirente ha o stabilisce entro 18 mesi la residenza (o nel Comune in cui l’acquirente lavora); l’acquirente non deve essere titolare di un altro immobile nello stesso Comune e non è titolare di altro immobile che risulti come abitazione principale su tutto il territorio nazionale. Le agevolazioni consistono in uno sconto delle imposte dovute in sede di acquisto, ossia:

-se il venditore è un privato o un’impresa che vende in esenzione IVA, sarà necessario versare l’imposta di registro proporzionale nella misura del 2 per cento (invece che 9 per cento), l’imposta ipotecaria fissa di 50 euro e l’imposta catastale fissa di 50 euro;

-in caso di acquisto da imprese, e quindi in caso di applicazione dell’IVA, l’aliquota applicata è del 4 per cento (invece del 10 per cento), e sono dovute le imposte di registro, ipotecarie e catastali in misura fissa, pari a 200 euro.

Bonus mobili

Con la Legge di Bilancio 2022 il bonus mobili è stato prorogato fino al 2024. Il tetto massimo di spesa scende a 10 mila euro nel 2022 e poi a 5 mila euro nel 2023 e 2024. Possono usufruire dell’agevolazione coloro che realizzano un intervento di ristrutturazione edilizia iniziato a partire dal primo gennaio dell’anno precedente l’acquisto dei beni. Il bonus vale per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici non inferiori a classe A per i forni, classe E per lavatrici, lavasciugatrici e lavastoviglie, classe F per frigoriferi e congelatori. Rientrano nel bonus letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi, apparecchi di illuminazione come lampadari, lampade da terra e da tavolo etc. e anche cucine e mobili realizzati su misura da artigiani. Sono invece esclusi porte, pavimenti, complementi d’arredo, televisori, apparecchiature per la pulizia, frullatori, tostapane, ferri da stiro etc. Il bonus si ottiene specificando le spese in sede di dichiarazione dei redditi (si possono inserire anche eventuali spese di trasporto e montaggio). Affinché si possa usufruire della detrazione i pagamenti dovranno essere effettuati con bonifico o carta di credito (non sono accettati assegni o pagamento in contanti). Si può rientrare nel bonus anche se i beni sono stati acquistati con un finanziamento a rate. È importante conservare l’attestazione del pagamento e le fatture di acquisto dei beni (o lo scontrino con il codice fiscale dell’acquirente) in cui sono riportati la natura, la quantità e la qualità dei beni.

Bonus prima casa under 36

Il bonus prima casa under 36, ora prorogato fino al 31 dicembre 2022, rispetto alla precedente scadenza fissata al 30 giugno 2022 rientra tra le agevolazioni messe in atto dal Governo per i giovani. Possono beneficiare del bonus i giovani fino ai 36 anni non compiuti che abbiano un ISEE non superiore a 40.000 euro annui che intendono acquistare una casa. Inoltre è necessario che l’acquirente abbia o stabilisca la propria residenza, entro 18 mesi dall’acquisto, nel Comune in cui si trova l’immobile;dichiari, nell’atto di acquisto, di non essere titolare, nemmeno in comunione con il coniuge, dei diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione di altra casa di abitazione nel territorio del Comune in cui è situato l’immobile da acquistare;dichiari, nell’atto di acquisto, di non essere titolare, neppure per quote o in regime di comunione legale, su tutto il territorio nazionale, dei diritti di proprietà, usufrutto, uso, abitazione e nuda proprietà su altro immobile acquistato, anche dal coniuge, usufruendo delle stesse agevolazioni “prima casa”. In caso contrario, è necessario vendere l’immobile posseduto entro un anno dalla data del nuovo acquisto.Si può usufruire del beneficio se l’immobile acquistato rientra in una delle seguenti categorie catastali:

-A/2 (abitazioni di tipo civile);

-A/3 (abitazioni di tipo economico);

-A/4 (abitazioni di tipo popolare);

-A/5 (abitazione di tipo ultrapopolare);

-A/6 (abitazione di tipo rurale);

-A/7 (abitazioni in villini);

-A/11 (abitazioni e alloggi tipici dei luoghi).

La domanda per accedereal Fondo di Garanzia prima casa va presentata direttamente alla Banca o all’intermediario finanziario a cui si richiede il mutuo.In sostanza usufruendo del bonus prima casa under 36 si evita, al momento del rogito, il pagamento dell’imposta di registro pari al 2% del valore catastale e le imposte ipotecaria e catastale pari a 50 euro ciascuna. In caso di acquisto della casa dal costruttore si verserà comunque l’Iva pari al 4 per cento del prezzo di acquisto ma tale cifra si trasformerà in credito di imposta da utilizzare per il pagamento di altre imposte su atti successivi legati alla casa, o si potrà recuperare in sede di dichiarazione dei redditi.

Bonus scooter elettrici

Riparte l’ecobonus che incentiva l’acquisto di moto e scooter elettrici. Il contributo è rivolto a chi acquista, entro il 2026, un mezzo a due ruote elettrico o ibrido nuovo che rientri nelle categorie L1e, L2e, L3e, L4e, L5e, L6e, L7e. Sono circa 150 milioni i fondi stanziati per questo bonus: 20 milioni per ogni anno dal 2021 al 2023 e 30 milioni per gli anni 2024, 2025 e 2026.

L’incentivo viene calcolato sulla percentuale del prezzo di acquisto ed è pari al 30% per acquisti senza rottamazione (con un tetto massimo di 3.000 euro) e al 40% con rottamazione (anche qui con un tetto massimo che sale a 4.000 euro). Lo sconto viene inserito al momento dell’acquisto, il concessionario infatti, appena firmato il contratto, inserirà la richiesta per l’ecobonus nella piattaforma del Mise, così da aggiornare costantemente il contatore delle risorse residue.

Può beneficiare dello sconto chi acquista un veicolo L1e con cilindrata fino a 50cc e velocità massima di costruzione non superiore a 45 km/h, L3e con cilindrata superiore a 50cc o con velocità massima di costruzione superiore a 45 km/h, veicoli a tre ruote facenti parte delle categorie L2e, L4e, L5e e le minicar, che rientrano nelle categorie L6e ed L7e.

Anche il mezzo da rottamare deve rientrare in precisi requisiti: deve appartenere alla categoria L e deve essere omologato a una delle classi di emissioni inquinanti tra euro 0,1,2,3. Il mezzo che si vuole rottamare deve essere intestato da 12 mesi o più alla persona che intende acquistare la nuova moto (o a uno dei suoi familiari conviventi). Successivamente all’acquisto del nuovo veicolo, l’acquirente ha tempo 15 giorni dalla data di consegna del veicolo nuovo per far rottamare il vecchio veicolo. Lo stesso acquirente deve poi provvedere alla richiesta di cancellazione per demolizione allo sportello telematico dell’automobilista.

Bonus idrico

È stato esteso fino al 2023 il bonus idrico, che prevede un rimborso fino a 1.000 euro per la sostituzione di rubinetti e sanitari obsoleti, favorendo così il risparmio di acqua. Può essere richiesto una sola volta e per un solo immobile, da qualsiasi persona maggiorenne residente in Italia. Per richiederlo bisogna essere titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale nonché di diritti personali di godimento già registrati alla data di presentazione dell’istanza, su edifici esistenti, su parti di edifici esistenti o su singole unità immobiliari. Il bonus viene emesso secondo l’ordine di arrivo delle richieste e fino ad esaurimento delle risorse. Gli interventi e le spese ammesse riguardano la fornitura e la posa in opera di vasi sanitari in ceramicacon volume massimo di scarico uguale o inferiore a 6 litri e relativi sistemi di scarico, compresi le opere idrauliche e murarie collegate e lo smontaggio e la dismissione dei sistemi preesistenti; la fornitura e l’installazione di rubinetti e miscelatori per bagno e cucina, compresi i dispositivi per il controllo di flusso di acqua con portata uguale o inferiore a 6 litri al minuto, e di soffioni doccia e colonne doccia con valori di portata di acqua uguale o inferiore a 9 litri al minuto, compresi le eventuali opere idrauliche e murarie collegate e lo smontaggio e la dismissione dei sistemi preesistenti. I beneficiari del rimborso dovranno compilare e presentare la richiesta sulla Piattaforma bonus idrico, a cui si accede tramite Spid o CIE.

Bonus infissi

Il bonus infissi, prorogato anche nel 2022, consente uno sconto sull’acquisto di porte, finestre, tapparelle, persiane etc. Può essere richiesto in tre modi: tramite il bonus ristrutturazione, con l’ecobonus o con il superbonus 110%. Se si sceglie di richiederlo tramite il bonus ristrutturazione si può avere una detrazione del 50% sulle spese totali fino a un massimo di 96 mila euro ma l’immobile in cui si vogliono sostituire gli infissi deve essere in fase di ristrutturazione, restauro o risanamento conservativo. Con l’ecobonus si può avere una detrazione dal 50% fino ad arrivare all’85%, la spesa massima detraibile è di 60 mila euro e per rientrarvi è necessario dimostrare che gli interventi eseguiti hanno portato a un avanzamento relativo alla classe energetica dell’immobile; che gli infissi sostituiti delimitano un volume riscaldato esternamente o verso vani non riscaldati; che gli infissi garantiscono una conduttività termica minore o uguale al limite delle fasce climatiche stabilito per una determinata zona. Infine, con il superbonus 110% si potranno sostituire gli infissi a costo zero però, poiché questo tipo di intervento rientra in quelli facoltativi dovrà essere abbinato a un intervento obbligatorio che porti l’edificio a una classe energetica superiore. Lo sconto si può ottenere in tre modalità: tramite detrazione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi, con la cessione del credito o attraverso lo sconto in fattura. Per accedere al bonus bisognerà presentare la domanda all’Enea entro 90 giorni dalla fine dei lavori.

Bonus ascensori

La legge di Bilancio 2022 ha introdotto il bonus ascensori per agevolare la costruzione di impianti di sollevamento e di interventi finalizzati al superamento delle barriere architettoniche. Il bonus prevede una detrazione Irpef del 75% per le spese sostenute nell’anno in corso per la costruzione di ascensori e montacarichi. Il rimborso avviene tramite cinque quote di uguale importo divise in cinque anni. L’agevolazione ha un tetto di spesa massimo di 50.000 euro per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno. La spesa massima scende a 40.000 euro

moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da due a otto unità immobiliari e a 30.000 euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari. Per usufruire dell’agevolazione è necessario che la cabina rispetti degli standard almeno 1 metro e 20 centimetri di profondità e 80 centimetri di larghezza, con la porta con una luce netta minima di 75 centimetri posta sul lato corto. Davanti alla cabina ci deve essere almeno 1 metro e 40 di spazio libero. Le porte devono restare aperte almeno 8 secondi e chiudersi in minimo 4 secondi. Al piano le porte devono sempre essere chiuse se l’ascensore è fermo.

Bonus caldaia

Questa agevolazione permette di sostituire vecchi impianti tecnologicamente obsoleti e molto più inquinanti. Il bonus è in vigore dal primo gennaio al 31 dicembre 2022. Sono previste due tipologie di aliquote: una al 65% per la sostituzioni di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione di efficienza almeno pari alla classe A e contestuale installazione di sistemi termoregolazione evoluti in classe V, VI o VIII o per l’installazione di impianti costituiti da sistema integrato tra caldaia a condensazione e pompa di calore (sistemi ibridi); l’altra al 50% per l’installazione di una caldaia a condensazione di classe A.

Per aver diritto alladetrazione in fase di dichiarazione dei redditi occorre che immobile sia accatastato od in fase di accatastamento;essere in regola con il pagamento di eventuali tributi sull’immobile; che l’impianto di riscaldamento è già presente.

Nella detrazione rientrano anche le spese di smontaggio della vecchia caldaia, l’installazione del nuovo impianto, eventuali opere murarie e sopralluoghi.L’importo massimo detraibile è di 30 mila euro e viene ripartito in dieci quote annuali di pari importo. Per usufruire del bonus bisognerà effettuare il pagamento tramite bonifico bancario o postale (per chi non è titolare di reddito d’impresa). Saranno ammesse anche altre modalità di pagamento (es. bancomat o carta di credito) purché risulti la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario e numero e data della fattura. Una volta completati i lavori bisognerà provvedere a inviare i documenti necessari all’ENEA.

Bonus animali domestici

Questo bonus prevede un rimborso per le spese veterinarie (visite specialistiche, operazioni chirurgiche, esami di laboratorio oltre all’acquisto di farmaci dietro prescrizione) sostenute per i propri animali domestici. Si tratta di una detrazione Irpef pari al 19%, il tetto massimo di spesa è pari a 550 euro con una franchigia di 129,11 euro. Ciò significa che il rimborso arriva ad un massimo di 80 euro. L’incentivo può essere richiesto solo una volta in un anno e per richiedere il bonus bisogna essere residenti in Italia o essere in possesso del permesso di soggiorno e bisogna figurare come tutori legali dell’animale. Non vi sono limitazioni per quanto riguarda l’ISEE. Se l’animale domestico è un cane è necessario che questo sia registrato all’Anagrafe Canina e sia munito di microchip. Se invece si tratta di un gatto bisognerà esibire la ricevuta d’acquisto o il numero del microchip d’identità. Si può fare richiesta del bonus compilando la domanda sul sito dell’Agenzia delle Entrate allegando le ricevute dei pagamenti (è importante che questi siano tracciabili) sostenuti per le spese veterinarie.

Bonus verde

È stato confermato per il 2022 il bonus verde per interventi straordinari di sistemazione di giardini, terrazzi e coperture. Si tratta di una detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute entro un limite massimo di spesa di 5.000 euro per ogni unità immobiliare. La detrazione massima è di 1800 euro ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Le spese agevolabili saranno quelle relative alla sistemazione a verde di aree scoperte di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione di pozzioltre a realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. Tra le spese agevolabili rientrano anche quelle di progettazione e manutenzione connesse all’esecuzione degli interventi. Possono beneficiare della detrazioni i proprietari degli immobili ma anche affittuari o comodatari.In caso di interventi di sistemazione del verde eseguiti sia sulla singola unità immobiliare che sulle parti comuni di edifici condominiali, il bonus verde spetterà su due distinti limiti di spesa agevolabile di 5.000 euro ciascuno. Per usufruire del bonus i pagamenti dovranno essere effettuati mediante assegni bancari o postali o tramite bonifici, carte di credito e bancomat.

Bonus patente

Il decreto Milleproroghe ha stanziato circa 25 milioni di euro per il bonus patente 2022. Questo consiste in un voucher dedicato ai giovani fra i 18e i 35 anni che intendono conseguire la patente per la guida di mezzi pesanti al fine di formare nuovi autotrasportatori. Il bonus sarà attivo dal 1° luglio 2022 e fino al 31 dicembre 2026 e si potrà chiedere una sola volta. Sarà rimborsato fino all’80% delle spese sostenute, fino a un massimo di 2.500 euro. Questo non sarà valido per il conseguimento delle patenti A e B. Non sono ancora stati definiti i requisiti specifici e non sono ancora state aperte le richieste, bisognerà perciò aspettare il provvedimento attuativo del Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti che darà maggiori chiarimenti circa il bonus.

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Bonus bancomat

Questo è stato inserito tra le agevolazioni economiche da parte del Governo al fine di incentivare pagamenti con strumenti elettronici più sicuri e tracciabili. Il bonus consiste in un credito d’imposta per l’acquisto, il noleggio e l’utilizzo di Pos. È di 160 euro il rimborso previsto per l’acquisto o il noleggio del Pos. A 320 euro è stato poi fissato il rimborso che spetta per la dotazione di evoluti strumenti elettronici di pagamento tramite i quali i possessori di Partita Iva permettono il pagamento di beni e prestazioni di servizio. Nel primo caso, il credito d’imposta spetta al 70% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente sono inferiori a 200.000 euro; al 40% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente sono compresi tra i 200.000 euro e 1 milione di euro; al 10%per chi ha ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente superiori a 1 milione di euro, ma inferiori a 5 milioni. Nel secondo caso, spetta un bonus bancomat di 320euro pari al 100% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente sono inferiori a 200.000 euro; al 70% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente sono compresi tra i 200.000 euro e 1 milione di euro; al 40% per chi ha ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente superiori a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro. Il bonus spetta ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professioni e si può richiedere tramite la dichiarazione dei redditi.

Bonus affitti giovani

Il bonus affittirientra nella più ampia manovra del Governo di sostegno ai giovani. Questa agevolazione consiste in una detrazione del 20% del canone di locazione stipulato, rivolta ai giovani tra i 20 e i 31 anni non compiuti che decidono di andare a vivere da soli.Il bonus è valido per coloro che hanno un reddito non superiore a 15.493,71 euro. L’incentivo si applica all’intera unità immobiliare o ad una parte dell’abitazione (che consiste quindi nell’affitto di una stanza) che risulti come ‘’prima abitazione’’. Il beneficio sarà concesso per i primi quattro anni del contratto, con un tetto massimo di 2.000 euro di sconto. Sono esclusi dal bonus gli immobili che rientrano nelle categorie catastali A1, A8, A9 e gli immobili che vengono affittati con finalità turistico-alberghiere. Per sapere come richiedere il bonus bisognerà aspettare le direttive ufficiali.

Superbonus 110

È un’agevolazione fiscale che consiste in una detrazione pari al 100% delle spese sostenute per la realizzazione di specifici interventi volti all’efficienza energetica, al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici. Il Governo ha individuato alcune scadenze da tenere a mente: il superbonus è pari al 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023, è del 70% per le spese sostenute nel 2024 e del 65% per quelle nel 2025. Possono richiedere il superbonus: persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, che possiedono o detengono l’immobile oggetto dell’intervento;persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, proprietari (o comproprietari con altre persone fisiche) di edifici costituiti da 2 a 4 unità immobiliari distintamente accatastate;istituti autonomi case popolari (Iacp) o altri enti che rispondono ai requisiti della legislazione europea in materia di “in house providing” su immobili di loro proprietà ovvero gestiti per conto dei comuni, adibiti a edilizia residenziale pubblica;cooperative di abitazione a proprietà indivisa su immobili dalle stesse posseduti e assegnati in godimento ai propri soci; onlus, associazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale; associazioni e società sportive dilettantistiche, limitatamente ai lavori destinati ai soli immobili o parti di immobili adibiti a spogliatoi. I lavori ammessi al bonus possono riguardareinterventi di isolamento termico sugli involucri, sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale sulle parti comuni, sostituzione di impianti di climatizzazione invernale sugli edifici unifamiliari o sulle unità immobiliari di edifici plurifamiliari funzionalmente indipendenti, interventi antisismici e altri interventi aggiuntivi o trainanti. Il bonus può essere richiesto sotto forma di detrazione in sede di dichiarazione dei redditi, tramite sconto in fattura o attraverso la cessione del credito.

Bonus nido

Questa agevolazione rientra negli aiuti introdotti dal Governo per le famiglie. Il bonus non ha limitazioni di accesso in base all’Isee, ma il contributo sarà comunque proporzionale al reddito. Il contributo minimo è di 1.500 euro per famiglie con reddito superiore a 40.000 euro, mentre è di 3.000 euro per le famiglie con un Isee non superiore a 25.000 euro. Il contributo è erogato mensilmente in rate di pari importo. Può essere richiesto direttamente dal genitore al quale è intestata la ricevuta di pagamento della retta scolastica. La domanda va inviata telematicamente compilando il modello sul sito dell’Inps a cui vanno aggiunti gli allegati e le attestazioni richieste. Per accedere al portale sarà necessario fornire le proprie credenziali Spid, Cie o CNS. Se si fa richiesta del bonus per un figlio con gravi patologie croniche è importante aggiungere alla domanda il certificato del pediatra che attesti la presenza di tali patologie. Si ha tempo fino al 30 giugno 2022 per inviare la propria richiesta.

Bonus psicologo

Una misura resa necessaria dall’aumento di disagi e disturbi di carattere psichico dovuti alla pandemia. Il contributo è pari a un massimo di 600 euro e verrà erogato ai richiedenti in base all’Isee. Si può accedere al bonus se si ha un Isee non superiore a 50 mila euro. Il bonus dovrebbe essere erogato sotto forma di voucher dal proprio medico di base e si potrà utilizzare per pagare le prime sedute (12 circa se si considera una media di 50 euro a seduta) con uno specialista regolarmente iscritto all’albo degli psicologi. Per avere maggiori informazioni sulle modalità di richiesta, assegnazione ed erogazione del bonus bisognerà attendere il decreto del Ministero della Salute.

Bonus assunzione giovani

Consiste in un esonero totale del versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo massimo di trentasei mesi a partire dalla data di assunzione o trasformazione a tempo indeterminato di giovani di età fino a 36 anni non compiuti che non sono mai stati assunti con un contratto a tempo indeterminato. Non rientrano nel bonus contratti di apprendistato, lavoro intermittente o lavoro domestico mentre sono accettate assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato, rapporti di lavoro subordinato instaurati in attuazione del vincolo associativo con una cooperativa di lavoro e rapporti sia a tempo pieno che parziale.Il bonus consente al datore di lavoro di fruire di uno sgravio pari al 100% della contribuzione previdenziale dovuta ed è previsto un tetto massimo annuo di fruizione pari a sei mila euro. L’agevolazione può essere richiesta direttamente tramite il sito dell’INPS.

Bonus donne disoccupate

Anche questo, come il bonus assunzioni under 36, prevede un esonero del 100% del versamento dei contributi previdenziali, nel limite massimo di 6.000 euro. La misura è rivolta all’assunzione di donne con almeno 50 anni di età e disoccupate da oltre 12 mesi, di donne residenti in regioni ammissibili ai finanziamenti nell’ambito dei fondi strutturali dell’Unione europea, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, indipendentemente dall’età; di lavoratrici che svolgono professioni o attività lavorative in settori economici caratterizzati da un’accentuata disparità occupazionale di genere e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, senza limiti di età; di donne di qualsiasi età, ovunque residenti, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi. È necessario inviare la richiesta all’INPS per l’ottenimento del bonus. L’agevolazione spetta per le seguenti tipologie di rapporti di lavoro: assunzioni a tempo determinato; assunzioni a tempo indeterminato; trasformazioni a tempo indeterminato di un precedente rapporto agevolato o non agevolato; proroghe di rapporti di lavoro a tempo determinato. Sono validi anche contratti part time e per i rapporti di lavoro subordinato instaurati in attuazione del vincolo associativo stretto con una cooperativa di lavoro, o a scopo di somministrazione

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