La scuola affronta il Covid

Gianpaolo Plini12 Ottobre 2020

Ecco i dati dei contagi e le misure adottate dai plessi dei Castelli Romani

SCUOLA (immagine presa dal web)
(Immagine dal web)

Il Coronavirus è tornato veemente nel dibattito pubblico: i contagi aumentano giorno dopo giorno e la paura di un secondo lockdown si fa concreta. Lo scorso 14 settembre il Governo ha dato avvio al nuovo anno scolastico che è stato oggetto di aspre diatribe tra i vari partiti, durante l’estate. Ora siamo in grado di fornire i primi numeri sui contagi nelle aule che, comunque, gli esperti consideravano inevitabili. Sono almeno 1120 le scuole italiane in cui è stato riscontrato almeno un caso di coronavirus, diffuso soprattutto tra gli studenti. E 99 sono quelle in cui tra i banchi è scoppiato un focolaio, con almeno due casi collegati tra loro. Una piccola minoranza, appena 17, erano già positivi accertati prima del 14 settembre: si tratta dunque di asili nido che sono partiti per primi. Sono invece 429 quelle in cui il contagio si è verificato tra il 14 e il 23 settembre e 673 quelle in cui la diffusione è avvenuta dal 24 settembre in poi, data in cui gli istituti hanno riaperto in tutte le Regioni.I più colpiti sono i licei e gli istituti tecnici o professionali di istruzione superiore. Questo è il quadro che emerge dalla ricerca elaborata da uno studente e da un dottorando italiani: Lorenzo Ruffino, iscritto a Economia all’Università degli studi di Torino, e Vittorio Nicoletta, dottore di ricerca in Sistemi decisionali in Canada. La scuola non sarebbe però, per ora, il motore dell’epidemia. Nel Lazio, ad esempio, “la gran parte sono contagi con link extrascolastico, quindi in situazioni di aggregazione o familiari, contesti portati da fuori a dentro la scuola”, ha affermato l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato.

Ai Castelli Romani i licei stanno correndo ai ripari. In un liceo di Ariccia sono emersi dei casi in un primo e in un quarto superiore. Gli studenti e i professori sono stati messi in quarantena fiduciaria in attesa dei tamponi. Alcuni sono già rientrati a seguito dell’esito negativo. C’è chi ha proposto uno sciopero per chiedere all’istituto di procedere esclusivamente con la didattica a distanza. In questi giorni, alcuni professori hanno tenuto le lezioni da casa agli studenti a scuola, altri hanno svolto lezione in una classe deserta con gli alunni collegati tramite Meet, mentre in altre occasioni la classe era interamente presente. Dal 12 ottobre, si sarebbe deciso di dividere le classi in tre gruppi che ruoteranno ogni giorno. Due gruppi frequenteranno ed uno seguirà tramite le piattaforme online.

Un altro liceo, questa volta di Albano Laziale, ha adottato una tattica diversa. Le prime due settimane si è deciso di dare la priorità ai primi che sono potuti entrare a scuola tutti i giorni mentre le altre classi attuavano una rotazione giornaliera. In seguito, ogni sezione ha potuto frequentare di persona tre volte alla settimana: tutta la classe è insieme, non c’è alcuna suddivisione in gruppi. In ogni caso, anche qui, si parla di alcuni cambiamenti che la presidenza sta studiando per le settimane a venire. Nell’istituto si sono registrati due casi: uno precedente al primo suono della campanella che non ha mai frequentato dal vivo e un ulteriore caso in presenza. Questo è stato rapidamente isolato. Si è, poi, proceduti con i tamponi per l’intera classe che è risultata negativa. Gli studenti frequentano le lezioni per una durata di 50 minuti e possono godere di qualche momento di ricreazione per andare al bagno, igienizzarsi le mani e mangiare ognuno alla propria postazione. Gli alunni sono obbligati ad indossare la mascherina per l’intero orario scolastico. Il liceo ha dotato ogni individuo di un banco singolo.

Scenari differenti da plesso a plesso. L’obiettivo è quello di garantire l’accesso all’istruzione per tutti, ma i problemi sono molti: dall’assenza di insegnanti agli assembramenti che si registrano all’uscita. Di particolare rilevanza il caso di alunni di alcuni istituti, anche ai Castelli Romani, che non svolgono la DAD quando la turnazione li costringe a casa. Comunque, secondo le voci di numerosi professori e professoresse, gli studenti stanno mantenendo un grado di attenzione piuttosto elevata. Precisazione che sembra contraddire la vulgata degli ultimi mesi che ha descritto le giovani generazioni come un manipolo di incoscienti. Certo, i ragazzi, soprattutto nella fascia di età adolescenziale, soffrono qualsiasi misura coercitiva e limitativa. C’è, quindi, bisogno di un esempio integerrimo da parte degli adulti oltre che di spiegazioni coerenti e chiare su quello che tutto il mondo sta vivendo.

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