Dario

Redazione8 Novembre 2022
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Dario Serapiglia

Di Massimo Tosti

Quali coetanei, abbiamo praticamente iniziato insieme l’avventura giornalistica intorno alla metà del anni sessanta: Dario come vice-corrispondente per  “Il Tempo” (il capo era il mitico Renato Guidi) ed il sottoscritto per “Il Messaggero” (il capo era Italo Mariani). Per oltre un cinquantennio le nostre strade si sono incrociate lungo un percorso che ci ha visti così divisi, ma nello stesso tempo così uniti. Il rispetto dei ruoli che rivestivamo, insieme alla stima reciproca, hanno fatto si che il nostro rapporto andasse oltre quello del semplice antagonismo fra colleghi.

Tornano alla mente quelle interminabili sedute del consiglio comunale (erano i tempo del Sindaco Cioci) che terminavano il più delle volte intorno ad un tavolo di trattorie disposte ad accoglierci nonostante l’orario (Arena e Trenta in piazza Cairoli).

E come dimenticare tutte le volte che tragici fatti di cronaca ci costringessero ad essere presenti sui luoghi dove erano accaduti. Quando crollò il Ponte di Ariccia, era il 1967, ci recammo addirittura insieme sul posto per assicurare a “Tempo” e “Messaggero” il materiale necessario per le pagine di cronaca.

Riuscimmo, negli anni successivi, a superare momenti di “disagio” quando Dario mi subentrò al Messaggero, o quando il sottoscritto subentrò a lui alla direzione di “Cronache della Provincia”.

Avvicendamenti che erano da considerare normali nei continui mutamenti editoriali e politici ai quali gli organi di informazione non potevano sottrarsi.

Caro Dario, nel momento in cui ho appreso la notizia, non sono riuscito a trattenere le lacrime. Ci conoscevamo praticamente da sempre e, nonostante non tutto ci accomunasse, posso tranquillamente affermare di aver perduto una persona cara.

Buon viaggio amico mio.

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