C’era una volta l’Italia libera e partigiana

Redazione25 Aprile 2022

77° anniversario della Liberazione

Di Giuditta Romaggioli

25 aprile, Festa della Liberazione, Mattarella depone la corona d'alloro sulla tomba del milite ignoto
Sergio Mattarella (immagine presa dal web)

Nella giornata del 25 aprile sarà ricordato in tante piazze italiane, con migliaia di iniziative, il 77° anniversario della Liberazione italiana dai soprusi nazifascisti e la fine della Seconda guerra mondiale. Nel nome della libertà e contro gli invasori, i fiori partigiani lottarono per i diritti che i grandi protagonisti della Resistenza, tra cui Nilde Iotti e Sandro Pertini, scolpirono irrevocabilmente nella Costituzione della Repubblica Italiana. Tra i partigiani protagonisti di una guerra di popolo, caddero combattendo almeno 40 mila uomini e circa 3000 donne furono arrestate, torturate o impiccate dopo aver abbracciato le armi in nome dell’Italia libera e contro il regime patriarcale che le aveva relegate nella sfera familiare e domestica, sdogmatizzando lo stereotipo del maschio-guerriero. In un passato utopistico, la Resistenza italiana si schierò al fianco dell’esercito regolare contro le forze d’invasione con azioni di sabotaggio, attentati e staffette femminili per garantire la comunicazione tra le brigate eterogenee che formavano la squadra partigiana; l’insurrezione sociale guidata dai grandi leader della Resistenza, tra cui Sandro Pertini, Palmiro Togliatti e Pietro Nenni, contribuì alla Liberazione nazionale operando nel periodo compreso tra l’8 settembre 1943 e la fine della guerra. La data simbolica dell’anniversario della libertà riconquistata fu stabilita ufficialmente nel 1949 dal CLN, poiché fu il giorno della liberazione da parte dei partigiani delle città di Milano e Torino. In una ricorrenza di notevole importanza per la storia della Repubblica italiana, il Presidente Sergio Mattarella ha aperto la giornata omaggiando il Milite Ignoto con la deposizione di una corona d’alloro all’Altare della Patria per poi presenziare ad Acerra, città profondamente segnata dai combattimenti e dalla furia nazifascista, dove ha tenuto un discorso in nome della pace e della fratellanza fra i popoli della Russia e dell’Ucraina, protagonisti di una guerra sanguinosa che ci ricorda uno dei periodi più bui della storia dell’Europa e del mondo intero, e da cui forse non abbiamo ancora raccolto alcun insegnamento etico e morale. Dal nostro 25 aprile arriva un appello alla pace e alla resistenza contro le angherie ed ogni forma di autoritarismo.

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