Rita Gatta: “ Cara mamma, caro papà” Lettere dall’Albania nel 1940

Barbara Gazzabin19 Dicembre 2022
copertina Cara mamma, caro papà ....

“L’amore è apprezzare i petali caduti di un fiore” Anche quando il tempo sembra sgretolare i sentimenti nella turbina di un vortice senza fondo, la memoria riaffiora sempre con tutta la sua forza. Ecco che la nostra Autrice trova il coraggio, dopo tanti anni, di riaprire una scatola di ricordi ormai dimenticati, per rendere omaggio a chi, come tanti, hanno subito una damnatio memoriae e meritano una dovuta resurrezione. Un evidente intento di risarcimento per un ragazzo nel fiore degli anni che non fa in tempo a diventare uomo e farlo accomodare sul trono dei “Più”, con la convinzione, che, anche se raccontata a posteriori, la sua vicenda sia stata assolutamente straordinaria.

Nasce così una biografia documentatissima con manoscritti, lettere, fotografie, immagini private, appunti, corrispondenze, testimonianze per raccontare, a rilascio lento il peso romanzesco di una vita breve. Vent’anni appena, tanto è il tempo trascorso su questa terra dal protagonista di questa storia: Luigi Giansanti, un giovane soldato che ha perso la vita, come tanti suoi commilitoni, sul fronte greco-albanese nel 1940. Una vita, la sua, apparentemente semplice, in un ambiente familiare povero ma ricco di affetti sinceri, dove il tempo sembra trascorrere in un armonioso tram tram, fino a che tutto cambia. Luigi è chiamato alla leva ed è contento e orgoglioso, da buon figlio della lupa, di servire la patria. Non sa che non tornerà mai più. Scoppia la seconda guerra mondiale e l’artigliere Giansanti parte per il fronte, assegnato al reggimento Artiglieria- Divisione Ferrara 2 di stanza in Albania con il compito di difendere i confini stabiliti dalla precedente occupazione voluta da Benito Mussolini. Inizia così la sua vita da combattente, ma nelle sue missive appare sempre sereno, affettuoso, preoccupato più delle sorti dei suoi che non delle sue, per non creare ansia e paura, tanto che la notizia della sua morte è, per la famiglia Giansanti, un fulmine a ciel sereno.

Rita Gatta

“Muor giovane chi agli dei è caro” afferma Menandro, e Luigino doveva essere molto amato dagli dei. A volte l’universo ascolta le preghiere sussurrate e dal dolore nasce la speranza. Un sentimento capace di spezzare il cuore, ma anche di ricucirlo e Rita Gatta, dando la dovuta importanza a quei ricordi, autentiche cattedrali dell’interiorità, con la dolcezza dei particolari, la sottile descrizione delle emozioni e la trasparenza delle sue parole, è riuscita a suscitare forze gravitazionali di grande empatia.                              

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