Dopo questo lungo periodo passato chiusi in casa, finalmente possiamo ricominciare a viaggiare, ma, mi raccomando, restiamo nella nostra meravigliosa Italia, contribuiamo a risollevare le sorti del nostro bel Paese. In questo articolo vi parlo della nostra bella Sicilia, una terra ricca di storia, di arte, ma non solo, mare stupendo, cibo ottimo e gente accogliente. Cosa desiderare di più?
ISOLE EOLIE
Arcipelago di sette isole, Lipari, Panarea, Vulcano, Stromboli, Salina, Alicudi e Filicudi, che rappresenta un territorio di straordinaria importanza in ambito geologico e naturalistico. Qui vi sono reperti di età antica preservati in maniera eccezionale grazie alle eruzioni dei vulcani presenti. Questo ha trasformato le Eolie in un grande parco archeologico all’aperto, motivo per cui nel 2000 l’Unesco ha inserito questo arcipelago nella ‘’World Heritage List’’.
LIPARI
Storia
La sua è una storia affascinante che ha origini antichissime. Si narra che la città, che porta il medesimo nome dell’isola, sia stata costruita da Liparo, prima della guerra di Troia. Nella mitologia si racconta anche che Ulisse, nel viaggio di ritorno a Itaca, sia approdato su quest’isola e abbia soggiornato presso la corte di Eolo. L’isola è sempre stata abitata da una moltitudine di popoli differenti sia per cultura sia per provenienza. Per questo fin dall’età neolitica è stata definita un’isola variegata, quasi multietnica.
Cosa vedere
Tra le cose da vedere sull’isola troviamo: la Cattedrale di San Bartolomeo, edificio del XVI secolo, che per le sue testimonianze artistiche rappresenta un’importante eredità; la Chiesa della Madonna della Catena, che in realtà dal punto di vista architettonico non presenta nessuna particolarità. È una chiesetta estremamente semplice e lineare. Il suo punto di forza è la posizione: adagiata su una delle parti più alte dell’isola da qui si può ammirare un paesaggio mozzafiato in cui cielo e mare si uniscono in un unico scenario infinito. Poi c’è il Castello di Lipari che vi colpirà per la sua imponente maestosità. Ma in quest’isola come nelle altre non può mancare una passeggiata in una delle tante meravigliose spiagge. Una delle più belle qui è Valle Muria, una spiaggia con sabbia nera e rossa, circondata da rocce vulcaniche a cui si arriva solo tramite un sentiero da percorrere fra i monti.
PANAREA
Storia
L’isola eoliana più antica, Panarea, era abitata già in epoca preistorica. La sua storia è molto vicina a quella di Lipari, infatti anche quest’isola fu, sin dal neolitico, preda di scorribande etrusche, finché non fu colonizzata dai greci, iniziando così uno dei periodi di maggior splendore. A questi si susseguirono poi romani, bizantini e arabi che portarono l’isola a un periodo di lenta decadenza. Solo con l’arrivo dei normanni Panarea riacquistò tranquillità e stabilità economica, tornando a fiorire anche dal punto di vista artistico e culturale.
Cosa vedere
Prima tappa è il villaggio preistorico di Capo Milazzese, il più importante sito archeologico di tutta l’isola, dove sono stati rinvenuti reperti risalenti all’Età del Bronzo. Da visitare è anche la località di Drautto, una contrada pittoresce e accogliente dove poter passeggiare in tutta tranquillità. Anche qui non può mancare una sosta rilassante in una delle tante spiagge. Una delle più famose è spiaggia della Calcara dove si può ammirare, insieme alle acque cristalline, il particolare fenomeno delle fumarole, vapori che salgono fra le rocce e riscaldano l’acqua a temperature da sauna.
VULCANO
Storia
La mitologia vuole che l’isola di Vulcano, nella tradizione greca, fosse sede delle fucine di Efesto, dio del fuoco e della metallurgia, il quale, aiutato dai ciclopi, forgiava le armi per gli dei. L’isola deriverebbe dalla fusione di quattro vulcani, di cui il più grande è il Vulcano della Fossa. Virgilio nell’Eneide ci parla dell’Isola dicendo: ‘’ Questa è la casa, ove qua giù s’adopra / Volcano, onde da lui Volcania è detta; / e qui per l’armi fabbricar discese / del grand’Enea’’.
Cosa vedere
Tra le meraviglie naturali di quest’isola una tappa obbligatoria è la Pozza Termale di Vulcano, che regala un bagno di relax e benessere, grazie ai vapori sulfurei e al fango argilloso. Da vedere anche la Valle dei Mostri, nell’area di Vulcanello. Qui il tempo e gli agenti atmosferici hanno modellato le rocce conferendogli forme di animali e figure mitologiche. Altra esperienza imperdibile è la scalata del cratere. Sebbene il cammino sia faticoso, la vista e i paesaggi che si possono ammirare ripagano del tutto gli sforzi. In particolare lo spettacolo più suggestivo si trova sulla vetta. Qui i vapori sulfurei che emergono dalla terra colorano la pietra di giallo ocra e rosso e creano un’atmosfera sublime e misteriosa.
STROMBOLI
Storia
Nota per il suo vulcano, l’isola è stata definita ‘’il Faro del Tirreno’’, infatti, nella rotta che da Napoli va verso le Eolie, si possono notare i bagliori improvvisi del faro che illuminano ad intervalli la vetta. Nella mitologia Stromboli è stata riconosciuta come dimora del dio Eolo e la leggenda narra che è proprio qui che Odisseo ha incontrato il dio, che gli donò l’otre contenente il vento contrario che lo avrebbe riportato a Itaca.
Cosa vedere
Prima tappa, Piazza San Vincenzo, la piazza principale dell’isola, che si affaccia direttamente sul mare. Qui potrete godere della vista delle acque cristalline e del cosiddetto Strombolicchio, un piccolo isolotto vulcanico. Sull’isola si trova anche il piccolo quartiere di Ginostra, che fino a pochi anni fa deteneva il record di porto più piccolo del mondo, al quale poteva accedere solo una barca alla volta. Imperdibile è un’escursione sulla cima del vulcano, il Pizzo, e una visita a una delle tante spiagge nere dell’isola, come la Forgia Vecchia, una piccola baia ai piedi del vulcano con ciottoli neri e acqua limpida.
SALINA
Storia
Il nome risale al periodo romano, quando il piccolo lago di Lingua veniva sfruttato come salina per estrarre il sale. Prima di questo nome i greci la chiamavano Dydime, ossia ‘’gemelle’’, per le sue due alte vette quasi del tutto identiche. Sull’isola sono state rinvenute testimonianze dei tanti popoli che l’hanno abitata. Nel 1994 l’Isola, dopo aver fatto da sfondo a ‘’Il Postino’’, ultimo film di Massimo Troisi, cominciò a divenire meta turistica. Infatti prima di questo momento Salina non rientrava affatto tra le isole eoliane più visitate.
Cosa vedere
Il centro più movimentato dell’isola è Santa Marina. Dal punto di vista artistico qui potrete ammirare una stupenda chiesa settecentesca. Da qui potrete anche percorrere un sentiero che porta alle grotte saracene, delle grotte scavate nel tufo e ricoperte da una fitta vegetazione che venivano utilizzate come rifugio dalle scorribande dei saraceni nel 650 d.C. Nel piccolo borgo di Lingua si può passeggiare lungo il ponte in pietra, residuo dell’antica strada risalente al ‘700. Una camminata suggestiva circondati dalle acque cristalline. Altro borgo che merita di essere visitato è quello di Malfa, formato da casette di colore bianco situate lungo un ripido pendio che scivola verso il mare.
ALICUDI
Storia
Il suo nome anticamente era Ericusa, per l’abbondante presenza sull’isola di piante di erica. Alicudi fu l’ultima delle isole ad essere abitata ed è anche la più isolata. Per questi motivi fu spesso preda di razzie e saccheggiamenti da parte di banditi e pirati. Sull’isola si staglia il monte Filo dell’Arpa, un vulcano ormai spento. Ancora oggi l’isola è la meno popolata, infatti si contano circa 140 abitanti, riuniti nell’unico centro abitato di Alicudi, a ridosso del piccolo porto.
Cosa vedere
Un’isola in cui l’uomo può fondersi con la natura, dove il tempo sembra essersi fermato, dove la stessa natura è testimone della storia che Alicudi ha vissuto. Ciò è possibile proprio grazie alla piccola popolazione che ha impedito che l’uomo mutasse questi paesaggi. Perciò per vivere a pieno quest’isola bisogna immergersi nella sua natura, ammirarne la sua bellezza. Non è un luogo dove troverete ristoranti e pub alla moda. È un’esperienza di vita pura, ancestrale, fatta di cose essenziali. Qui potrete riavvicinarvi a voi stessi, staccare totalmente dalla quotidianità frenetica che viviamo ogni giorno. Facendovi consigliare dai pochi abitanti del posto, potrete esplorare l’isola attraverso i numerosi sentieri, giungere fino a Fossa Gerace, in cima alla montagna, e godervi un paesaggio spettacolare. Vivere quella tranquillità che spesso è difficile trovare.
FILICUDI
Storia
Le prime testimonianze di insediamenti umani risalgono al Neolitico e si concentravano nella zona di Piana del Porto. Nel VI e V secolo a.C. furono i greci ad abitare l’isola, seguiti poi dai romani. Dell’epoca romana sono state rinvenute numerose testimonianze, persino alcuni relitti marini con interi carichi a bordo. L’isola, anticamente chiamata Phoenicusa, deve il suo nome alle felci, una pianta che ancora oggi cresce abbondante in questa zona.
Cosa vedere
Arrivati a Filicudi la prima tappa è Monte Guardia, uno dei centri abitati più esclusivi e unico punto da cui si possono osservare le altre sei isole eoliane e la costa siciliana. Si può proseguire la visita recandosi nel villaggio fantasma di Zucco Grande, un antico villaggio preistorico ormai abbandonato da quasi cento anni. Da qui si arriva facilmente a Vallone Fontanella, dove una piccola sorgente all’interno di una grotta crea uno scorcio molto suggestivo. Nella località di Pecorini potrete ammirare una chiesa del XVII secolo e la casa museo di Jacques Basler con al suo interno un’antica macina in pietra e altri utensili. Imperdibile è una sosta in una delle tante spiagge, come Le Punte, a cui si arriva tramite un sentiero molto pittoresco e suggestivo. In questa spiaggia di origine vulcanica potrete ammirare un mare azzurrissimo e immergendovi troverete fondali spettacolari.
Gastronomia
Per quanto riguarda la cucina, le sette isole eoliane condividono cibi e sapori molto simili tra loro. Da Lipari a Filicudi troverete una grandissima varietà di piatti che ricordano storia e tradizioni di queste isole. Protagoniste indiscusse di ogni ricetta sono le erbe aromatiche: basilico, rosmarino, menta, nepitella, capperi nella cucina eoliana non mancano mai! Ovviamente un posto d’onore è riservato al pesce, che potrete assaporare ‘’in ogni salsa’’. Piatti tipici a base di pesce sono ad esempio la pasta con il pesce spada, i calamari arrosti o ancora la pasta con le sarde. Un’altra caratteristica della cucina di queste isole è il richiamo alla tradizione povera e contadina, tanti sono i cibi che si rifanno a sapori semplici come ad esempio il pane cunzato. Se assaggiate i dessert non ve ne andrete più: cassata eoliana, vastiduzze, spicchiteddi, a ogni boccone ve ne innamorerete sempre di più! E per finire in bellezza non si può non parlare della Malvasia: un vino bianco dai colori ambrati prodotto in tutte le sette isole, perfetto come accompagnamento a frutta o dolci.
LAMPEDUSA
Storia
Il nome dell’Isola ha origine incerte, è dovuto probabilmente all’effetto che i lampi avevano sul Mediterraneo durante i forti temporali e che illuminavano l’isola, rendendola visibile ai navigatori. Per la sua posizione strategica è stata a lungo contesa da popoli come arabi, greci e romani. Lampedusa visse periodi di splendore, come quando i Bizantini si insediarono nell’isola, alternati a momenti di decadenza, ad esempio dopo che i Saraceni vi giunsero per fare razzia e saccheggiare gli accampamenti. Dalla seconda guerra mondiale in poi Lampedusa fu sede di una base militare americana, perciò fu spesso minacciata dal rischio del fuoco nemico. È dalla metà degli anni 80 del novecento che il nome di Lampedusa fa il giro del mondo, divenendo una meta turistica sempre più frequentata.
Cosa vedere
Una prima tappa può essere Cala Greca, immersa in una zona dell’isola dove troverete ristoranti e bungalow a forma di dammusi. Da qui, con una suggestiva passeggiata in cui si possono ammirare il mare sui tre lati, si arriva facilmente al Faro di Capo Grecale. Da qui si può anche prendere la strada panoramica. Anche Cala Pulcino merita di essere visitata. Questa è una delle cale più belle dell’isola e il sentiero per raggiungerla è altrettanto favoloso: passerete in una zona di ulivi per poi scendere in uno stretto canyon completamente verde. Da Cala Madonna potrete salire verso il Santuario della Madonna di Porto Salvo, una piccola e stupenda chiesetta a colori pastello. Se si è a Lampedusa non si può non visitare l’Isola dei Conigli, considerata da molti la spiaggia più bella del mondo. Da vedere è anche la Porta d’Europa, o Porta di Lampedusa, un monumento di cinque metri in memoria dei migranti che hanno perso la vita in mare. Dopo essersi immersi nel verde, potrete andare a visitare il paese di Lampedusa, unica zona abitata dell’isola, dove troverete bar, ristoranti, pub e negozi.
Gastronomia
Se vi trovate a Lampedusa scoprirete in ogni piatto i gusti più intensi della cucina mediterranea. Ovviamente il pesce è l’ingrediente principale di ogni piatto: da antipasti a secondi piatti, potrete gustare calamari, gamberetti, cozze e tanto altro. E dopo un pasto completo non potrete non concludere con uno dei tanti ottimi dolci, come la cassata o la sfogliatella. Una caratteristica del posto, ma più in generale di tutta la Sicilia, è quello di bere un bicchiere di limoncello servito ghiacciato a fine pasto.
ISOLE EGADI
Un arcipelago composto dalle isole di Favignana, Levanzo, Marettimo, l’isolotto di Formica e lo scoglio di Maraone. Le Isole Egadi sono la meta perfetta per chi ama la natura, infatti qui troverete una ricca e variegata vegetazione. Per preservarne le bellezze naturali, è stata istituita l’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, la più grande riserva marina d’Europa. I nomi delle tre isole derivano da una leggenda che racconta che il dio Elios inviava il suo gregge ai pascoli dell’Isola di Trinacria, dove si trovavano le sue due graziose figlie Fauetusa e Lampatia, nata dall’unione tra il dio e la giovane Neerea. Dai nomi delle tre donne deriverebbero perciò i nomi delle tre isole.
FAVIGNANA
Storia
La principale isola dell’arcipelago delle Egadi, al tempo dei greci era conosciuta con il nome di Aegusa, ossia ‘’isola delle capre’’. Il nome attuale risale invece al Medioevo, da un vento caldo proveniente da ovest, il Favonio. Favignana è caratterizzata da una natura selvaggia e incontaminata, acque cristalline e una storia gloriosa, legata ai fasti della famiglia Florio. Questi fuorono padroni dell’isola a partire dal 1874. Qui il tempo si è fermato e le case ricordano il tipico paesaggio dei pescatori del Mediterraneo dei primi del ‘900.
Cosa vedere
Le attrazioni principali sono senza dubbio le spiagge, una delle più famose è quella del Bue Marino. In passato era una cava di estrazione del tufo, oggi è un luogo dove rilassarsi circondati da un paesaggio mozzafiato. La peculiarità di questa spiaggia sono le scogliere, che diventano trampolini naturali da cui tuffarsi nel mare cristallino. Uno dei luoghi simbolo di Favignana è il Castello di Santa Caterina, che si trova sull’omonimo colle, punto più alto dell’isola. Merita di essere visitato anche l’Ex Stabilimento Florio delle Tonnare, testimonianza del periodo in cui Favignana sviluppò la lavorazione e conservazione del tonno. Qui si può ammirare l’architettura industriale dell’epoca e un museo archeologico con numerosi reperti rinvenuti nelle Isole Egadi.
LEVANZO
Storia
Le sue origini risalgono alla preistoria, precisamente al paleolitico, come testimoniano i ritrovamenti di reperti antichi all’interno della Grotta del Genovese. I popoli che si susseguirono su quest’isola furono numerosi: Sicani, Siculi, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Saraceni. Alla dominazione di quest’ultimi risale la costruzione della torre d’avvistamento di Pizzo Torre. Anche qui nell’800 la famiglia Florio portò pace e benessere.
Cosa vedere
Prima tappa la Grotta del Genovese, a cui potrete arrivare organizzando una visita guidata in barca. In questo modo potrete ammirare la varietà di paesaggi che caratterizzano l’isola: dalla costa bassa e dolce alle pareti di roccia calcarea. In questa grotta potrete ammirare i graffiti preistorici rimasti intatti nei secoli. Tra le spiagge più belle di Levanzo ci sono: Cala Dogana, un piccolo angolo di paradiso da cui si possono ammirare le casette bianche del borgo di Levanzo; Cala Minnola, una bellissima spiaggia rocciosa raggiungibile attraverso un sentiero a piedi e circondato da una fitta pineta. Da qui si possono andare a visitare anche alcuni reperti archeologici risalenti all’epoca romana.
MARETTIMO
Storia
Dall’uomo preistorico in poi tante sono le civiltà che hanno stanziato sull’isola, come dimostrano i numerosi reperti rinvenuti e oggi conservati presso il Museo del Mare. Dopo la prima guerra punica i romani, nel 150 a.C. costruirono un presidio militare che controllava la rotta tra Tunisia e Roma. Questo complesso è noto come Case Romane e si trova a monte del paese. A metà degli anni novanta e nuovamente nei primi anni duemila, l’isola è stata luogo di indagini archeologiche.
Cosa vedere
È la più incontaminata delle Egadi e presenta al suo interno specie rare pressoché uniche nel Mediterraneo. Tra le prime cose da visitare ci sono sicuramente il sito di Case Romane e la chiesetta bizantina, un edificio religioso costruito probabilmente tra il 1000 e il 1100 d.C. Vale la pena vedere anche il castello di Punta Troia, situato sull’omonimo promontorio, di epoca normanna. Da qui potrete godere di una vista mozzafiato. Non può non mancare una visita a una delle tante grotte presenti sull’isola, come la Grotta del Cammello, o una passeggiata su una delle meravigliose spiagge, prima fra tutte Cala Bianca, la più bella e famosa di Marettimo.
Gastronomia
Come le Eolie, anche le Egadi condividono piatti e ricette tipiche. La cucina è strettamente legata alla storia vissuta da queste tre isole e risente delle influenze di quei popoli che si sono susseguiti nell’arco del tempo. I piatti più conosciuti sono il couscous, le frascatole, gli spaghetti con i ricci e le nunnate. Nella cucina egadina molto diffuso come ingrediente è il tonno. Tra i dolci più tradizionali ci sono invece le cassatelle, ripiene di ricotta e scaglie di cioccolato, gli immancabili cannoli e la granita al limone.