Pensieri lunari al tempo del Corona Virus

Barbara Gazzabin16 Giugno 2020

“Domani è un altro giorno” recitava Rossella O’Hara in Via col Vento.
Ma che giorno è oggi? Ho perso la cognizione del tempo. In questo forzato isolamento da pandemia, le ore trascorrono al rallenty e una moviola impazzita ripete lo stesso rituale fino alla nausea: << restate a casa>>. Il tempo si è fermato in un eterno ritorno dell’uguale e io sprofondo in un letargo salvifico., senza che nulla e nessuno riescano a scuotermi. In questo frangente sembra che tutti si siano reinventati i piaceri della cucina e delle faccende domestiche. Che orrore! Io non ho mai avuto la casa così incasinata e sono felicissima.
Io sto bene a casa, non ho nessuna voglia di evasione, eppure sono un Sagittario sempre con la valigia pronta. Ora continuo a viaggiare con la mente in compagnia dei miei amati libri e dei fiori che per fortuna non mi mancano. Vivo in una campagna lussureggiante, tipo foresta vergine, completamente isolata dal mondo, con un marito onnipresente che dice una parola al mese e discretamente si dilegua scomparendo per l’intero arco della giornata. Una presenza assenza che mi da conforto e sicurezza lasciandomi libera. E quando mi assale la tristezza per la lontananza dei figli e dei nipoti tutti segregati a Milano, uno anche medico sul fronte bergamasco, mi collego in streaming con loro per un incontro di famiglia in cui ci raccontiamo come fossimo intorno al focolare.
“Io non ho paura”
Non è vero neanche per sogno! Ho più paura adesso di prima! Forse non sono pronta per la fase 2 e neanche per la fase 3 o 4 o 5, perché il virus circola ancora liberamente indisturbato e rimarrà ancora per molto tempo. Poi, dopo essersi abbuffato con tutta l’umanità possibile, si estinguerà da solo. Nel frattempo però un terzo dell’umanità è andata a “catafottersi”, per dirla come Montalbano. Saranno contenti i testimoni di Geova che predicano la fine del mondo con relativa dannazione.
Dannazione lo dico io! Alla mia veneranda età, tutto potevo aspettarmi, ma non un’ecatombe di questa portata. Forse eravamo troppi e per la legge tutta Darwiniana della specie, si salvano i più forti. D’altronde la Storia “docet”e ci racconta come la Moira con la sua falce colpisca l’umanità a cicli periodici: peste nera, peste bubbonica, carestie, vaiolo, tifo, terremoti, alluvioni. Una scelta ampia e variegata. Ne sa qualcosa anche la nostra Madonna delle Grazie. Ma ogni volta ci siamo salvati e anche questa volta tutto finirà. Pensiamo positivo!

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