Eccoci qui con la seconda parte dell’articolo sullo stress e su come governarlo al meglio. Come vi ho spiegato nella prima parte, una delle cose più importanti nella gestione della vita quotidiana è la nostra capacità di adattamento, ossia la nostra capacità di organizzarci al meglio rispetto ad uno stimolo che può provenire dall’esterno o anche dal nostro interno.
Il dr.Selye (uno dei massimi esperti sullo stress negli anni 70’- 80’), presenta la S.G.A Sindrome Generale di Adattamento, e nel suo libro “Stress Senza Distress” descrive tre fasi separate dello stress come un vero e proprio ciclo.
Si entra nel meccanismo di Lotta/Fuga.
Quando ci troviamo davanti ad un pericolo o davanti ad una situazione poco gradita, succede questo:
Allerta: la persona avverte il pericolo ed inizia ad organizzarsi per un’eventuale reazione, quindi avviene un aumento degli ormoni nel circuito, adrenalina e noradrenalina, diminuisce il sangue nel tratto digerente e aumenta nei muscoli scheletrici (gambe o braccia se devo lottare o fuggire), la circolazione sanguigna diminuisce anche dalla corteccia cerebrale e per questo non faccio azioni tanto ragionevoli, la respirazione diventa più superficiale e rapida, le pupille si allargano per captare la massima luce.
Resistenza: se l’esposizione allo stressore continua, la persona si organizza per resistere, cerca di adattarsi ma per farlo consuma molta energia e richiede molte risorse alle ghiandole surrenali che secernono adrenalina e cortisolo (che ci aiuta a non sentire dolore). Ci prepariamo a rispondere allo stress, combattiamo. Il sangue affluisce dove ci serve, volto per la rabbia, gambe per la fuga, braccia per la lotta. Lo scopo primario è la sopravvivenza.
Sopraffazione: lo stimolo stressante persiste, è stato talmente forte che non siamo stati in grado di adattarci, ci stiamo esaurendo. Diventiamo nervosi, squilibrati, perdiamo la testa. Non siamo più in grado di reagire, perdiamo la capacità di adattarci allo stress, lo subiamo e diventiamo passivi, ci stanchiamo subito, facciamo tanta fatica ad andare avanti, siamo SOPRAFFATTI. In realtà la sopraffazione è un meccanismo di difesa per permetterci di fermarci in tempo prima di farci del male.
L’emozione che entra in gioco ed innesca questo complesso meccanismo di adattamento, è la paura che risulta essere in ogni caso una delle emozioni più importanti.
Quando ho paura la mia sopravvivenza è a rischio e devo organizzare subito una reazione, il meccanismo lotta/fuga si attiva e tutte le risposte fisiologiche di protezione vanno al massimo.
È tutto normale per la mia salvezza.
Questa reazione però non può persistere per molto tempo altrimenti diventa pericolosa, bisogna cercare di regolarizzarla al più presto per permettere ai vari squilibri ormonali di tornare ai livelli di normalità
Il problema, per noi un pò addormentati, sta nel fatto che in base alle nostre esperienze passate, ai nostri trascorsi, a quello che vediamo e sentiamo quotidianamente, viviamo nella costante paura.
Anche quando non c’è un reale motivo siamo sempre in tensione, ci sentiamo in pericolo e per SOPRAVVIVERE controlliamo che tutto intorno a noi vada per il meglio e per come desideriamo.
Questo mantenere tutto sotto controllo non è gratis, anzi è molto costoso in termini di consumo energetico e di sollecitazione degli organi vitali. Il cuore deve pompare più sangue, i polmoni respirano a fatica, i muscoli sono continuamente contratti, il sistema digestivo non funziona bene, l’intestino (secondo cervello) è molto sollecitato, il sistema ormonale va in tilt.
In altre parole ci consumiamo da soli, ci stiamo inconsapevolmente facendo del male.
Ma ad ogni cosa c’è una soluzione e molte sono le possibilità forniteci per recuperare una buona condizione, la kinesiologia è una di quelle.
Nella realtà dei fatti però, poche persone, pur vivendo dei disagi, si rendono conto di aver bisogno di un aiuto e ancor meno hanno l’umiltà di mettersi in gioco per vivere una vita migliore.
La kinesiologia in ogni caso può venire incontro e vi propongo ora una tecnica semplice ma molto potente che può esservi di supporto nei momenti di difficoltà.
Si chiama A.S.E., Alleviamento dello Stress Emotivo: è una tecnica da utilizzare quando avete una situazione che vi da pensiero, preoccupazione, avete una prova da superare, un esame, una gara, oppure quando apparentemente non trovate soluzioni e vi sentite oppressi e controllati dallo stress.
Mettetevi in una condizione di calma, lontano da rumori e da possibili disturbi, portate l’attenzione alla situazione che vi interessa e date dei valori.
Dopo aver fatto questa piccola indagine portate una mano a contatto con la vostra fronte con un tocco leggerissimo (vedi foto) e in questa posizione ripetete mentalmente o ad alta voce la situazione che vi da pensiero nei minimi dettagli. Una volta terminato il racconto, ripetetelo anche più volte finché sentite di averne bisogno.
Ad un certo punto accadrà che vi stancate di ripeterla, oppure non riuscite a seguire un pensiero logico o non vi vengono più le parole da dire.
Complimenti, avete fatto un buon lavoro, avete rilasciato lo stress e sarete pronti per affrontare la situazione con più carica, motivazione, nuove prospettive e soluzioni.
Ripetete le valutazioni iniziali e notate se ci sono differenze.
Perché funziona: nel toccare la fronte con un tocco leggerissimo facilitiamo l’afflusso di sangue nella parte frontale della corteccia cerebrale che è deputata alla gestione del presente, della realtà, e ci aiuta a vedere la situazione in maniera più obbiettiva, senza che sia influenzata dalle nostre credenze ed esperienze passate.
Fatela tranquillamente in ogni occasione, non c’è nessuna controindicazione e se volete potete contattarmi e farmi sapere come è andata.
Vi saluto affettuosamente e vi do appuntamento al prossimo numero con un altro argomento.