Uno dei collegamenti più interessanti che si può trovare trattando la kinesiologia è quello con la medicina cinese.
La medicina cinese è un’affascinante stile di medicina tradizionale nata in un periodo tra i 1000 e 2000 anni a.C.
La Medicina Cinese si differenzia da quella occidentale per il suo approccio olistico in base al quale le disfunzioni fisiche sono correlate agli aspetti psichici e spirituali della persona che ne soffre. Ne deriva un preciso sistema di collegamenti, che fa uso di termini comeQi, yin e yang, Meridiani, 5 movimenti.
Per capire bene i collegamenti con la kinesiologia è importante però conoscere alcuni dei principi fondamentali su cui si basa l’antica filosofia.
In questo articolo incontro parleremo dello yin e lo yang e dei meridiani o canali energetici
La teoria dello yin e lo yang è probabilmente il concetto più importante della medicina cinese, rappresenta qualità opposte e complementari. Ogni oggetto o fenomeno può essere se stesso e il suo contrario. Lo yin e lo yang raffigurano la dualità, il rapporto con l’opposto, la polarità.
Il simbolo con cui viene identificato è quello del Tao o Taiji. Un cerchio in cui si trova una metà nera con un puntino bianco e l’altra metà bianca con un puntino nero (rassomiglia a due pesci attaccati). Il bianco e il nero rappresentano appunto gli opposti e i puntini di colore contrario stanno a significare che non esiste una polarità assoluta (solo bianco o solo nero), ma che all’interno di ognuna c’è una parte, anche minima, dell’altra.
Il Taiji rappresenta l’unità da cui l’essere umano deriva ma che sulla terra ha bisogno del suo contrario per identificarsi.
Il nero, lo yin, rappresenta il femminile, il basso, l’interno, lo scuro, il pesante, il negativo, il profondo, lo statico, il freddo, la luna.
Il bianco, lo yang, rappresenta il maschile, l’alto, l’esterno, il chiaro, il leggero, il positivo, il superficiale, il movimento, il caldo, il sole. Quindi, tornando al nostro simbolo, capiamo che non esiste il buio più assoluto perché all’interno ci sarà sempre un pò di chiaro, come non esiste il luminoso assoluto perché all’interno ci sarà sempre un pò di buio.
I cinesi dei tempi antichi erano contadini e vivendo all’aperto osservavano cosa succedeva in natura per estrapolare dei concetti da riportare all’individuo.
Nell’uomo, con le debite proporzioni, avverrebbero fenomeni “come nell’universo”, e le relazioni che regolano il controllo dei movimenti interni sarebbero strutturate su leggi di similitudine analoghe a quelle che reggono i grandi movimenti dei soffi a livello cosmico.
Per capire ancora meglio analizziamo lo yin e lo yang come due fasi di un movimento ciclico, il giorno è lo yang e la notte è lo yin.
Partiamo dall’inizio della giornata, dall’alba. In questa fase troviamo circa 50% tra luce e buio. La notte e la luna stanno trascorrendo e il sole lentamente prende il loro posto sempre più intensamente fino ad arrivare a mezzogiorno, dove c’è il massimo della luminosità e calore – massimo dello yang -. Con lo scorrere del tempo la luce cala e il buio sopravanza fino ad arrivare al tramonto dove siamo di nuovo al 50% di intensità. Osserviamo il calare del sole alternarsi al sorgere della luna, quindi il buio e il freddo sopravanzano fino alla mezzanotte, dove raggiungono il loro picco – massimo delloyin -.
Il ciclo continua con l’entrata della luce e la ripartenza di una nuova giornata.
Tenendo a mente tale concetto possiamo riportarlo anche alle stagioni, l’estate è il massimo dello yang, quindi molto caldo e molta luce, l’inverno è il massimo dello yin, molto freddo e buio. Le stagioni di passaggio sono la primavera, crescita dello yang e l’autunno crescita dello yin.
In riferimento a questo possiamo associare i punti cardinali, il sud è yange, corrisponde all’estate, il nord è yine, coincide con l’inverno, l’est è crescita dello yang coincide con la primavera, l’ovest crescita dello yin corrisponde all’autunno.
Ancora, il cielo ha caratteristiche più yang mentre la terra le ha più yin.
Possiamo associare tale concetto anche alla struttura del corpo, la parte alta, la testa, è yang, la parte bassa, i piedi, sono yin. Il retro del corpo è yang, il davanti è yin, la superficie del corpo è yang, la parte interna è yin, e così via.
Lo yin e lo yang sottostanno a diverse leggi, le più importanti sono:
La legge dell’opposizione: lo yin è il contrario dello yang e viceversa. Se aumenta l’uno per forza deve calare l’altro, c’è un’alternanza. Non possono aumentare lo yin e lo yang contemporaneamente. Non può aumentare la luce e nello stesso tempo essere buio oppure, non possono aumentare il caldo e il freddo insieme. Se aumenta l’uno per forza deve calare l’altro.
La legge dell’interdipendenza: lo yin e lo yang sono opposti e complementari, uno non può esistere senza l’altro.
Lo yin sta all’interno e nutre loyang, lo yang sta all’esterno protegge e muove lo yin. Se uno yin non ha uno yang che lo mobilizza tende a ristagnare, a concentrarsi in basso. Se uno yang non ha yin a cui aggrapparsi si disperde eccessivamente.
Per esempio, una persona molto creativa (yang) tende a disperdersi ad essere poco concreta, ha bisogno al suo fianco di una persona yin più logica e radicata che le riordini le cose e la aiuti a concretizzare. Oppure una persona molto logica (yin) tende a non mettere in pratica le sue capacità perché protende a ristagnare e rimanere ferma, quindi ha bisogno di un impulso yang (creativo) che l’aiuti ad uscire e a trovare delle idee nuove e alternative.
Un altro aspetto molto importante, forse il più importante, da associare allo yin e lo yang sono gli organi interni.
Gli organi vitali, pieni e pesanti (Zang), sono yin. Tra questi troviamo fegato, reni, polmoni, milza e cuore (è cavo però è sempre pieno di sangue)
Gli organi o visceri cavi(Fu) sono yang. Troviamo stomaco, intestino tenue, intestino crasso, vescica urinaria e vescica biliare.
Il collegamento e l’importanza di questi ultimi con la kinesiologia la affronteremo nel prossimo articolo quando parleremo dei meridiani energetici.
Un caro saluto e buone feste a tutti voi!
Luca Castrichella
Kinesiologo specializzato
Eccoci qui con la seconda parte dell’articolo sullo stress e su come governarlo al meglio. Come vi ho spiegato nella prima parte, una delle cose più importanti nella gestione della vita quotidiana è la nostra capacità di adattamento, ossia la nostra capacità di organizzarci al meglio rispetto ad uno stimolo che può provenire dall’esterno o anche dal nostro interno.
Il dr.Selye (uno dei massimi esperti sullo stress negli anni 70’- 80’), presenta la S.G.A Sindrome Generale di Adattamento, e nel suo libro “Stress Senza Distress” descrive tre fasi separate dello stress come un vero e proprio ciclo.
Si entra nel meccanismo di Lotta/Fuga.
Quando ci troviamo davanti ad un pericolo o davanti ad una situazione poco gradita, succede questo:
Allerta: la persona avverte il pericolo ed inizia ad organizzarsi per un’eventuale reazione, quindi avviene un aumento degli ormoni nel circuito, adrenalina e noradrenalina, diminuisce il sangue nel tratto digerente e aumenta nei muscoli scheletrici (gambe o braccia se devo lottare o fuggire), la circolazione sanguigna diminuisce anche dalla corteccia cerebrale e per questo non faccio azioni tanto ragionevoli, la respirazione diventa più superficiale e rapida, le pupille si allargano per captare la massima luce.
Resistenza: se l’esposizione allo stressore continua, la persona si organizza per resistere, cerca di adattarsi ma per farlo consuma molta energia e richiede molte risorse alle ghiandole surrenali che secernono adrenalina e cortisolo (che ci aiuta a non sentire dolore). Ci prepariamo a rispondere allo stress, combattiamo. Il sangue affluisce dove ci serve, volto per la rabbia, gambe per la fuga, braccia per la lotta. Lo scopo primario è la sopravvivenza.
Sopraffazione: lo stimolo stressante persiste, è stato talmente forte che non siamo stati in grado di adattarci, ci stiamo esaurendo. Diventiamo nervosi, squilibrati, perdiamo la testa. Non siamo più in grado di reagire, perdiamo la capacità di adattarci allo stress, lo subiamo e diventiamo passivi, ci stanchiamo subito, facciamo tanta fatica ad andare avanti, siamo SOPRAFFATTI. In realtà la sopraffazione è un meccanismo di difesa per permetterci di fermarci in tempo prima di farci del male.
L’emozione che entra in gioco ed innesca questo complesso meccanismo di adattamento, è la paura che risulta essere in ogni caso una delle emozioni più importanti.
Quando ho paura la mia sopravvivenza è a rischio e devo organizzare subito una reazione, il meccanismo lotta/fuga si attiva e tutte le risposte fisiologiche di protezione vanno al massimo.
È tutto normale per la mia salvezza.
Questa reazione però non può persistere per molto tempo altrimenti diventa pericolosa, bisogna cercare di regolarizzarla al più presto per permettere ai vari squilibri ormonali di tornare ai livelli di normalità
Il problema, per noi un pò addormentati, sta nel fatto che in base alle nostre esperienze passate, ai nostri trascorsi, a quello che vediamo e sentiamo quotidianamente, viviamo nella costante paura.
Anche quando non c’è un reale motivo siamo sempre in tensione, ci sentiamo in pericolo e per SOPRAVVIVERE controlliamo che tutto intorno a noi vada per il meglio e per come desideriamo.
Questo mantenere tutto sotto controllo non è gratis, anzi è molto costoso in termini di consumo energetico e di sollecitazione degli organi vitali. Il cuore deve pompare più sangue, i polmoni respirano a fatica, i muscoli sono continuamente contratti, il sistema digestivo non funziona bene, l’intestino (secondo cervello) è molto sollecitato, il sistema ormonale va in tilt.
In altre parole ci consumiamo da soli, ci stiamo inconsapevolmente facendo del male.
Ma ad ogni cosa c’è una soluzione e molte sono le possibilità forniteci per recuperare una buona condizione, la kinesiologia è una di quelle.
Nella realtà dei fatti però, poche persone, pur vivendo dei disagi, si rendono conto di aver bisogno di un aiuto e ancor meno hanno l’umiltà di mettersi in gioco per vivere una vita migliore.
La kinesiologia in ogni caso può venire incontro e vi propongo ora una tecnica semplice ma molto potente che può esservi di supporto nei momenti di difficoltà.
Si chiama A.S.E., Alleviamento dello Stress Emotivo: è una tecnica da utilizzare quando avete una situazione che vi da pensiero, preoccupazione, avete una prova da superare, un esame, una gara, oppure quando apparentemente non trovate soluzioni e vi sentite oppressi e controllati dallo stress.
Mettetevi in una condizione di calma, lontano da rumori e da possibili disturbi, portate l’attenzione alla situazione che vi interessa e date dei valori.
Dopo aver fatto questa piccola indagine portate una mano a contatto con la vostra fronte con un tocco leggerissimo (vedi foto) e in questa posizione ripetete mentalmente o ad alta voce la situazione che vi da pensiero nei minimi dettagli. Una volta terminato il racconto, ripetetelo anche più volte finché sentite di averne bisogno.
Ad un certo punto accadrà che vi stancate di ripeterla, oppure non riuscite a seguire un pensiero logico o non vi vengono più le parole da dire.
Complimenti, avete fatto un buon lavoro, avete rilasciato lo stress e sarete pronti per affrontare la situazione con più carica, motivazione, nuove prospettive e soluzioni.
Ripetete le valutazioni iniziali e notate se ci sono differenze.
Perché funziona: nel toccare la fronte con un tocco leggerissimo facilitiamo l’afflusso di sangue nella parte frontale della corteccia cerebrale che è deputata alla gestione del presente, della realtà, e ci aiuta a vedere la situazione in maniera più obbiettiva, senza che sia influenzata dalle nostre credenze ed esperienze passate.
Fatela tranquillamente in ogni occasione, non c’è nessuna controindicazione e se volete potete contattarmi e farmi sapere come è andata.
Vi saluto affettuosamente e vi do appuntamento al prossimo numero con un altro argomento.
Conosciamo bene lo stress? Sappiamo con chiarezza di cosa si parla? Vediamo se siamo preparati.
È molto importante sapere cos’è lo stress, perché in kinesiologia il lavoro principale è proprio sulla sua gestione, ossia aiutare le persone a vivere meglio le situazioni che le sollecitano. Molti dei disagi che percepiamo quotidianamente sono dovuti proprio allo stress.
Dovete sapere però che è impossibile vivere senza stress, noi siamo stati creati per vivere sotto stress, senza stress non potremmo migliorare e migliorarci.
Il fatto è, che generalmente si ha un’idea negativa dello stress ma in realtà non è così, lo stress vedremo che può anche essere positivo.
Nel passato con il termine stress si indicava la resistenza che le strutture metalliche oppongono all’applicazione di determinate forze.
Dr. Hans Selye (esperto mondiale sullo stress) lo definisce così:
“UNA RISPOSTA ASPECIFICA* DELL’ORGANISMO A UNA QUALSIASI** RICHIESTA*** PROVENIENTE DALL’ AMBIENTE”
*Aspecifica perché l’organismo tende a rispondere sempre allo stesso modo
**Qualsiasi perché fortemente indipendente dalle caratteristiche fisiche delle richieste che sono estremamente variegate
***Richieste: stressori
Nel corso della nostra vita viviamo molti eventi che ci mettono alla prova e richiedono da parte nostra un impegno nel ricercare l’adattamento.
Rumori, cambiamenti di temperatura, situazioni economiche, multe, tasse, matrimonio, malattie, traumi, litigi, ecc. ecc. Dobbiamo “solo” adattarci.
Questi eventi vengono chiamati “stressori”.
Da queste breve righe capiamo che non possiamo allontanaci dallo stress, perché gli stressori sono di tutti i tipi, possiamo solo allenarci ad migliorare la nostra capacità di adattamento (che tra l’altro è innata).
Se ci riusciamo la nostra vita prosegue per il meglio, se invece non ci riusciamo ecco che sopraggiungono diversi tipi di disturbi, fino ad arrivare ad ammalarci.
Ma come dicevo prima, lo stress è sempre negativo?
NO. L’idea che lo stress sia sempre negativo è una credenza, non è vero,TUTTO DIPENDE DA COME NOI VIVIAMO UN CERTO EVENTO.
Spesso, si associa lo stress ad un evento, ma l’evento non è lo stress, l’evento è neutro.
Lo stress dipende da come reagiamo all’evento, ripeto, gli eventi di per se sono neutri, quello che cambia è la nostra risposta, le nostre credenze e soprattutto le nostre ASPETTATIVE.
Vi faccio un esempio:
È estate, lavoro senza sosta da mesi e ho voglia di andare al mare questa domenica. È un periodo anche un po’ difficile con la mia fidanzata e aspetto questo fine settimana per andare insieme al mare sperando di ritrovare un po’ di serenità. Ma succede che quel fine settimana dopo tanto tempo di caldo e siccità sono previste piogge.
Infatti succede proprio così, la giornata al mare viene rovinata da un forte acquazzone, ci rimango malissimo, dobbiamo andare via, le MIE ASPETTATIVE SONO ANDATE ROVINATE, mi sento molto stressato, nervoso e finisco anche con il bisticciare con la mia fidanzata per delle stupide incomprensioni.
Ho vissuto male quell’evento della pioggia, che, ricordo, rimane comunque solo un evento.
Allo stesso momento, lì vicino alla spiaggia c’è un campo di coltivazione dove un contadino è disperato per la siccità e le piante che si stanno bruciando, se continuerà così non ci sarà raccolto. La pioggia abbondante è una vera manna dal cielo, forse il raccolto si salverà. Per il contadino la pioggia non sarà stressante, anzi, una vera e propria gioia e un respiro di sollievo per il suo futuro.
Quindi, dov’è il problema, nella pioggia o nella testa delle persone che nutrono aspettative secondo i loro desideri?
L’evento della pioggia (stressor) per me è molto stressante (distress), mentre per il contadino è l’esatto contrario (eustress), è un qualcosa di molto positivo.
In genere, erroneamente, lo stress viene sempre identificato come distress.
Distress
E’ lo stress “negativo”, distruttivo, disadattivo l’individuo, in una situazione minacciosa, non riesce a “controllare” la realtà e vive sentimenti di inadeguatezza e impotenza, pericolo per lo stato psicofisico. La persona non riesce a gestire la situazione.
Eustress
E’ lo stress “positivo”, adattivo, costruttivo, l’organismo, di fronte a uno stimolo stressorio, reagisce utilizzando le proprie risorse fisiche e psichiche. L’eustress, mi da qualcosa in cambio. Ci si sente positivi, stimolati, energici, ottimisti, in controllo.
Ripeto, la nostra vita è ricca di stressori, chi non li ha non vive sulla terra.
Il discorso sullo stress è lungo e per ora ci fermiamo qui, proseguiremo al prossimo appuntamento ma nel salutarvi vi propongo un piccolo esercizio.
Soffermatevi un attimo a pensare ai concetti sovraesposti e quando capiterà di sentirvi un pò giù, invece di prendervela istintivamente con quello o con quell’altro, guardatevi dentro, ascoltatevi e cercate di capire se quello che provate è legato ad una resistenza ad accettare le cose successe, che non sono andate secondo le tue aspettative, oppure se l’evento che ti ha dato noia era oggettivamente così.
E poi, chi lo ha detto che le tue aspettative erano la cosa migliore per te? Sei sicuro?
Alla prossima e buon esercizio.
Luca Castrichella
Kinesiologo specializzato
328-2938303
Il grande portico con affaccio sul giardino è perfetto per godersi le meraviglie gastronomiche di “19Trentuno Pizza & Grill”. Il locale, nato a maggio 2019, è gestito con passione da Lorenzo e Leonardo Testa, giovani e ormai affermati ristoratori della Capitale.
I PIATTI
A seconda dei gusti si può optare per la pizza (preparata con farine selezionate, 48 ore di lievitazione naturale e cotta nel forno a legna), la pasta (rigorosamente penne), o per la carne alla griglia, vero cavallo di battaglia di “19Trentuno”. Nella vetrina frigo fanno bella mostra i migliori tagli di carne nazionale e internazionale, che tagliati al momento vengono cotti sulla grande griglia a vista e serviti accompagnati da ottime insalate, verdure miste e patate al forno.
MERCOLEDI’ TAGLIATA ILLIMITATA
Il mercoledì a soli 20 € è possibile scegliere il menù TAGLIATA ILLIMITATA, composto da un tagliere di salumi, verdure pastellate fritte, tagliata di manzo no limits, contorno a scelta e zeppole alla nutella. Fuori menù i più golosi non potranno rinunciare all’ottimo tiramisù classico al caffè o nelle varianti fragola e pistacchio, preparato rigorosamente al momento. Il servizio veloce e accurato è seguito dal simpaticissimo Andrea, direttore di sala e ottimo “Cicerone”: è lui a raccontare ai commensali la storia di ogni piatto, la provenienza delle materie prime e il giusto abbinamento di vino o birra.
ATTENZIONE PARTICOLARE PER I CLIENTI
In questo periodo un’attenzione maggiore è riservata alla sicurezza dei clienti: nel rispetto delle norme anti-covid19 il locale, oltre alle sanificazioni degli spazi, ha ridotto la sua capienza a 120 coperti per garantire il distanziamento tra i tavoli, ed è dotato di colonnine igienizzanti per le mani. Attivo anche il servizio da asporto e di consegna a domicilio.
DOVE
https://www.facebook.com/19trentuno 19Trentuno è in Via dei Genieri 9. Prenotazioni allo 06 50 12 955 o 377 54 81 015.
Nella splendida cornice dell’Eur, il famoso ristorante Checco dello Scapicollo continua a stupire. In un ambiente sanificato e con la massima attenzione all’igiene, Checco ed il suo staff vi aspettano per deliziare il vostro palato con piatti tipici della cucina romana ed altri di scuola internazionale.
Frequentato da calciatori, personaggi famosi del mondo dello spettacolo e da grandi attori come il mitico Woody Allen, Checco dello Scapicollo è la scelta giusta sia per una cena riservata sia per i grandi eventi.
La storia di Checco dello Scapicollo nasce più di novanta anni fa e prosegue ogni giorno.
Ottima carne e pesce freschissimo si affiancano alle proposte per vegetariani e vegani, offrendo a chiunque la possibilità di trovare la giusta portata da gustare in un ambiente curato e familiare.
Ma chi si ferma è perduto, e allora ecco in arrivo tante sorprese. L’autunno porterà infatti diverse novità che però Checco ancora non vuole svelare!
“Preparatevi – dice – presto vi stupiremo con delle nuove proposte culinarie tutte da raccontare!”.
Sì, perché i piatti di Checco non solo si mangiano, ma si scoprono anche nei suoi racconti.
Siete pronti a scapicollarvi?
ORARI
Dal lunedì alla domenica 12.30-15,00 19.30-23,00
INDIRIZZO
Via dei Genieri, 5 – 00143 Roma EUR
PREZZI
30 /50 euro
PIATTI TIPICI
Tagliolini al Mar Rosso (crostacei, pesce e pomodoro)
Filetto d’orata su letto di patate
Rombo con funghi porcini
Pollo alla Checco
Luca Castrichella
Kinesiologo specializzato
www.lckinesiologia.it
mail@lckinesiologia.it
tel. 328-2938303
Uno dei concetti fondamentali su cui è fondata la kinesiologia è il triangolo della salute.
In altre parole è l’aspetto olistico con il quale si approccia la persona che richiede il supporto di un kinesiologo.
Il triangolo della salute è raffigurato da un triangolo equilatero sui quali lati potremmo rappresentare gli aspetti fondamentali della persona per il mantenimento del benessere.
Troveremo l’aspetto strutturale che identifica la parte più fisica della persona, i muscoli, le ossa, gli organi, in sostanza tutto ciò che è fisico e che sostiene.
Troveremo l’aspetto emotivo-mentale (anche se non sono la stessa cosa) che è costituto dalle emozioni che proviamo e cosa pensiamo, potremmo dire la nostra parte conscia e inconscia.
Infine nell’ultimo lato troveremo l’aspetto biochimico che potremmo identificare con ciò che mangiamo, ciò che respiriamo, ciò che beviamo.
Questi tre aspetti sono strettamente collegati e interdipendenti, al modificare di un lato anche gli altri due per forza dovranno subire delle alterazioni.
La situazione ideale di massimo benessere si ha quando i tre lati sono in equilibrio perfetto, immaginiamo appunto un triangolo equilatero.
Possiamo desiderare una persona che ha una buona struttura fisica, che fa un allenamento costante con movimenti e sforzi adeguati, riesce a vivere emotivamente abbastanza serena, con pensieri positivi, emozioni di gioia e amore e avere delle relazioni cordiali e pacifiche. Per finire, ma non meno importante, mantenere un’alimentazione equilibrata senza eccedere in stravizi e assumendo in proporzioni bilanciate le sostanze nutritive fondamentali.
In tale modo il triangolo si mantiene bilanciato e la salute persiste.
Purtroppo nella vita moderna è veramente difficile mantenere costante nel tempo questo stato di bilanciamento e succede che il triangolo da equilatero diventa scaleno, con i lati di lunghezza diversa. Ricordo che lo squilibrio anche di un solo lato porterà di conseguenza anche a uno squilibrio degli altri due.
Facciamo un esempio per provare a rendere più chiaro il concetto: una persona subisce un licenziamento che ritiene fortemente ingiusto dopo molti anni di servizio, quindi il suo stato emotivo sarà sollecitato da emozioni di rabbia, tristezza, dispiacere, paura, senso di inadeguatezza. La persona vive male l’evento e ha un grosso senso di abbattimento, come conseguenza inizierà a mangiare in maniera compulsiva cibi poco salutari, dolci, grassi, tanti caffè. Tenderà ad aumentare di peso e anche il suo sistema nervoso ne risentirà. La tristezza porterà anche un certo senso di pigrizia, il movimento comincerà a essere insufficiente e le endorfine che provocano il buon umore scarseggeranno. Inizieranno ad apparire i primi sintomi di tensioni o disagi strutturali.
Si attiverà così un circolo vizioso.
Tutti e tre i lati del triangolo si sbilanceranno anche se il motivo scatenante era principalmente emotivo.
In un procedimento di aiuto classico la cosa che verrà proposta sarà di lavorare solo sul lato del triangolo che è stato motivo di squilibrio, perché la persona è molto giù, tralasciando in genere gli altri due.
Oppure, sempre riferendoci allo stesso esempio, se i disagi fisici sono invalidanti. si lavorerà solo su di essi senza considerare per nulla il motivo scatenante che era il senso di inadeguatezza relativo licenziamento.
Ricordiamo che uno stress emotivo si mostrerà sempre, prima o poi, con un sintomo fisico.
Invece, come interviene un kinesiologo in un caso del genere?
Dando valore alla persona in primo luogo e tenendo sempre in considerazione gli riequilibri di tutti e tre gli aspetti del triangolo.
Guidato dal test muscolare applicherà tecniche per la gestione dello stress aiutando la persona ad avere più risorse nella risoluzione dell’evento, applicherà tecniche fisiche in modo da dar un supporto alla struttura e ai muscoli e valuterà, se necessario gli alimenti che apporteranno maggiore energia alla persona e consigliando di diminuire quelli che invece la tolgono.
In altre parole si andrà a sostenere la persona, in relazione al suo traguardo (ne parleremo nei prossimi appuntamenti), portando avanti contemporaneamente e sempre con la stessa attenzione, tutti e tre i lati del triangolo.
Avvolgendo in questo modo la persona, niente sarà lasciato indietro e si creeranno tutti i presupposti affinché i meccanismi di autoguarigione innati si attivino per riportare la persona verso il pieno benessere e la vitalità
Per il kinesiologo la persona è un’ unità inscindibile e tutto è collegato con tutto.
“Il riequilibrio non si applica sul sintomo ma sulla persona che ha il sintomo”