I ministri del Governo di
Giorgia Meloni

La neoeletta premier Giorgia Meloni è la prima donna a ricoprire
il ruolo di presidente del Consiglio nella storia della Repubblica
italiana, uno dei pochi paesi europei rimasti. Dalle elezioni del
25 settembre, la leader di Fratelli d’Italia è divenuta la “prima donna
d’Italia” se non quella più discussa negli ultimi periodi di campagna
politica. Attentissima a non fare passi falsi, la Meloni ha percorso a
falcate ben decise le stanze del Quirinale, dando prova che “volere è
potere”. Una donna dalle mille parole, che sembra voler portare avanti
le sue idee, ora starà a lei e alla sua nuova squadra, saper dimostrarle.
Protagonista di un esito alle elezioni che è stato ed è ancora un acceso
motivo di dibattito e che alla visione europea, nonché al fronte
americano, sembra non piacere.
Ma parliamo della donna che, come dicevano, “sarebbe stata un
passo dietro agli uomini” ed ora è a capo del governo italiano. Di certo
un governo di molti uomini, dove una donna che ricopre un ruolo
tale, fa ancora notizia. Giorgia Meloni è una donna tutta d’un pezzo,
di grandi ambizioni, forse necessariamente arrogante in un ambiente
nel quale “sgomitare” è la parola d’ordine, resta il fatto che si è fatta
da sola.
Nata a Roma, classe ‘77, Giorgia Meloni è cresciuta nel popolare
quartiere della Garbatella e inizia il suo impegno politico a 15 anni,
spinta dalla voglia di contribuire a riscattare l’Italia e a costruire un
futuro diverso per la sua nazione. Per questo fonda il coordinamento
studentesco “Gli Antenati” e nel 1996 diventa responsabile nazionale di
Azione Studentesca, il movimento studentesco di Alleanza Nazionale
e rappresentante al Forum delle associazioni studentesche. Nel 1998,
a soli 21 anni, viene eletta consigliere della Provincia di Roma per
Alleanza Nazionale, rimanendo in carica fino al 2002. A 29 anni viene
eletta alla Camera dei Deputati nella lista di Alleanza Nazionale nel
collegio Lazio 1 e dal 2006 al 2008 ricopre la carica di Vicepresidente
della Camera dei Deputati, poi diviene Presidente del Comitato
per la comunicazione e l’informazione esterna. Sin dagli inizi si è
fatta strada, scalando la vetta del mondo politico e ricoprendo varie
cariche, come l’incarico di Ministro della Gioventù che con i suoi 31
anni fu il Ministro più giovane della storia della Repubblica Italiana.
Il punto di svolta arriva quando nel 2012 fonda insieme a Guido
Crosetto e Ignazio La Russa, il movimento politico “Fratelli d’Italia –
Centrodestra nazionale”, partito di cui poi diventerà presidente. Eletta
all’unanimità Presidente del Partito dei Conservatori e Riformisti
europei (ECR Party), la famiglia politica che raggruppa più di 40
partiti europei e occidentali, diviene l’unica donna leader sia di un
partito politico europeo che di un partito italiano. “Io sono Giorgia.
Le mie radici, le mie idee” pubblica il suo secondo libro nel 2021. Una
donna che, come ha sempre ribadito, abbraccia e mantiene le sue
origini, e che si batte per le sue idee. È nel suo primo discorso, dopo
il giuramento, che la Meloni riassume gli ultimi tumulti politici con
una parola: l’Underdog, la vittoria dello sfavorito. Rimarca le sue umili
origini e sottolinea l’immane responsabilità di essere la prima donna
a ricoprire il ruolo di capo di governo in questa Nazione: “Rappresento
lo sfavorito, che per affermarsi deve stravolgere tutti i pronostici e
intendo farlo ancora, stravolgere i pronostici”.
Consapevole del pregiudizio politico che tuttavia lei stessa
dichiara “in parte giustificato”, conclude e promette in un linguaggio
quasi bellico “Non ci arrenderemo, non indietreggeremo, non
tradiremo”. Molti l’hanno definita identitaria, autocelebrativa e non
programmatica, è forse questo ciò che si spera ci si aspetti da lei?
Il Passaggio della Campanella tra il premier uscente Mario Draghi
e l’entrante Giorgia Meloni, cerimonia di consegne avvenuta nella
sala delle Galere di Palazzo Chigi, ha ufficialmente formalizzato la
squadra del nuovo governo Meloni. La premier ha quindi annunciato e
presentato la lista dei 24 ministri con e senza portafoglio:

Ministri con portafoglio

Antonio Tajani (Forza Italia) Ministro degli Esteri e vicepremier.
68 anni, laureato in Giurisprudenza, vicepresidente e co-fondatore di
Forza Italia, giornalista del Gr Rai Tra i fondatori di Forza Italia a fine
2013 con Silvio Berlusconi, Tajani assume l’incarico di portavoce del
primo governo del Cavaliere. L’anno dopo diventa europarlamentare
nel Ppe e vola in Europa per una lunga carriera che lo vede arrivare ai
vertici delle istituzioni, prima con la vicepresidenza della Commissione
e poi con la presidenza dell’Eurocamera nel 2017 dopo essere stato
Commissario per i Trasporti (2008-2010) e all’Industria, Imprenditoria
e Turismo (2010-2014). Nel 2021, nominato da Berlusconi nella carica
di coordinatore unico nazionale di FI, poi eletto alle ultime elezioni
politiche del 25 settembre alla Camera.

Matteo Piantedosi (tecnico) Ministro dell’Interno. Da due anni
a capo dell’Ufficio territoriale di Governo di Roma, napoletano, 59
anni, laureato in Giurisprudenza, nel suo curriculum spicca il periodo
da capo di Gabinetto dell’allora ministro dell’Interno. Da uomo di
fiducia di Salvini, Piantedosi diventa ministro del Governo Meloni in
quota Lega. Insieme a Salvini, il prefetto è finito nel registro indagati
della procura di Agrigento per i reati di sequestro di persona, arresto
illegale e abuso d’ufficio in riferimento al caso Diciotti. Il seguito
della vicenda processuale ha visto il capo di Gabinetto escluso dagli
indagati.

Carlo Nordio (Fratelli d’Italia) Ministro della Giustizia. 75
anni, originario di Treviso, ha lasciato la Magistratura nel 2017,
quando ricopriva il ruolo di procuratore aggiunto di Venezia, Carlo
Nordio giunge al culmine della sua carriera politica iniziata nel 1977,
che lo ha visto affrontare i periodi più burrascosi: dalle indagini
sulle Brigate Rosse venete e sui sequestri di persona, passando
negli anni di Tangentopoli per l’inchiesta sulle coop rosse ,fino ad
arrivare al procedimento sul Mose di Venezia. Fautore da sempre
della separazione delle carriere in magistratura, Nordio ha assunto
spesso posizioni “impopolari” dentro la magistratura, come quando
si è schierato per il sorteggio per la composizione del Csm e da tempo
favorevole all’abolizione della legge Severino.

Guido Crosetto (Fratelli d’Italia) Ministro della Difesa. 59 anni,
è uno dei fondatori di Fratelli d’Italia insieme a Ignazio La Russa e
Giorgia Meloni. Non vanta alcun trascorso in formazioni post-fasciste,
ma un esordio nella Democrazia cristiana. Lascia l’università di
economia per militare nelle giovanili dello scudo crociato. Poi una
lunga carriera da indipendente: in primis, alla guida del suo comune.
É sindaco di Marene, in provincia di Cuneo, per 14 anni, dal 1990 in
poi. Nel 2000, però, arriva l’iscrizione a Forza Italia, in cui ricopre
subito l’incarico di coordinatore regionale. Nel governo Berlusconi
IV è anche sottosegretario alla Difesa. Tutto cambia con il divorzio
politico dal Cavaliere. Fonda così FdI, di cui è coordinatore nazionale
fino al 2014. Formatosi come manager nell’impresa di famiglia, arriva
a presiedere l’Aiad, federazione che rappresenta la aziende italiane nei
settori aerospazio, difesa e sicurezza.

Giancarlo Giorgetti (Lega) Ministro dell’Economia. Classe
1966, è nato in un piccolo paesino della provincia di Varese (Cazzago
Brabbia), dove risiede ed è stato anche sindaco (dal 1995 al 2004).
Laureato in economia aziendale alla Bocconi, è un veterano della
politica, con la casacca della Lega, di cui è vicesegretario federale (dal
2015): è a Montecitorio come deputato ininterrottamente da 26 anni,
ora inizia la sua settima legislatura.

Adolfo Urso (Fratelli d’Italia) Ministro delle Imprese e del made
in Italy. Il nuovo Ministro dello Sviluppo economico e del Made in
Italy ha alle spalle una lunga storia di destra. Nato a Padova 65 anni fa
da genitori di Acireale (Catania), si laurea in Sociologia alla Sapienza
di Roma, inizia l’attività politica nel Movimento sociale italiano e
diventa giornalista. Tra i promotori di Alleanza Nazionale, entra
in Parlamento nel 1994. Quella attuale è la sua settima legislatura,
le ultime due da senatore. Con i Governi Berlusconi II e III è stato
viceministro con delega al Commercio estero dal 2001 al 2006 e tra il
2009 ed il 2010. Nel 2015 aderisce a Fratelli d’Italia e nel 2018 torna alla
politica attiva candidandosi al Senato. Eletto, ottiene la vicepresidenza
del Copasir. La sua attività con la Iws gli viene contestata quando con il
Governo Draghi gli si apre la strada verso la presidenza del Comitato di
controllo sull’intelligence in quanto unico esponente dell’opposizione.

Francesco Lollobrigida (Fratelli d’Italia) Ministro Agricoltura
e Sovranità alimentare.capogruppo di Fdi, incarico ricoperto negli
ultimi quattro anni, Francesco Lollobrigida, 50 anni, è un militante
di destra di lungo corso, Lollobrigida è cognato di Giorgia Meloni. È
infatti sposato con Arianna Meloni, militante di Alleanza Nazionale.
Nato a Tivoli, vive a Roma, dove si è laureato in giurisprudenza. È
pronipote di Gina Lollobrigida. Entrato in politica fin da giovanissimo
nel Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento
Sociale Italiano, guidando l’organizzazione missina nella Provincia di
Roma fino al 1995.

Gilberto Pichetto Frattin (Forza Italia) Ministro Ambiente
e sicurezza energetica. Berlusconiano di lungo corso. Gilberto
Pichetto, classe 1954, viene da Veglio, piccolo borgo in provincia
di Biella. Economista di formazione, commercialista e insegnante
di professione. In Forza Italia inizia nell’anno 1995, con l’elezione
al consiglio regionale del Piemonte. Due anni dopo è assessore
all’industria, carica che mantiene per più di un lustro. Lascia la sua
terra per un seggio al Senato. Ma, quando cambia il vento politico
a Roma, torna a Torino per fare il vice al presidente della Regione,
l’allora leghista Roberto Cota. Nel governo Draghi è viceministro del
leghista Giancarlo Giorgetti al ministero dello Sviluppo economico.

Matteo Salvini (Lega) Ministro Infrastrutture e vicepremier.,
49 anni, segretario della Lega, è il nuovo ministro alle Infrastrutture
e ai Trasporti, oltre ad avere il ruolo di vicepremier del nuovo
governo Meloni. Alla guida della Lega arriva nel 2013, quando il
partito è al minimo storico del 4 per cento. Rimuove ‘Nord’ dal
nome del partito e abbandona la vecchia battaglia di Bossi e Maroni
per il federalismo, a favore di temi più caldi come l’immigrazione.
Giornalista professionista, nella “Padania” e a “Radio Padania
Libera”, sposato e divorziato, conosce bene l’Europa dopo tre mandati
all’Europarlamento, ai quali sono seguiti quello alla Camera, e uno al
Senato. Nell’ultima legislatura, con il Governo giallo-verde nel 2018,
arriva la sua investitura a ministro dell’Interno, nonché vicepremier
di Giuseppe Conte assieme a Luigi Di Maio. Al Viminale comincia
subito la sua battaglia contro l’immigrazione irregolare. Ha più
volte stretto le maglie con provvedimenti come le multe alle ong che
caricano i migranti in mare per portarli in Italia, e dando al ministro
dell’Interno il potere di limitare o vietare l’ingresso delle navi.

Maria Elvira Calderone (tecnico) Ministro del Lavoro. È il
nuovo ministro del Lavoro e delle Politiche sociali. Arriva alla guida
del ministero di via Veneto dopo un impegno trentennale nel mondo
delle libere professioni. Sarda, nata a Bonorva (Sassari), classe 1965,
laurea in Gestione aziendale internazionale, è consulente del lavoro
dal 1994 e dal 2005 presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei
consulenti del lavoro, categoria che conta circa 26mila professionisti.
Dal 2009 è anche al vertice del Comitato unitario permanente degli
Ordini e dei Collegi professionali (Cup).

Giuseppe Valditara (Lega) Ministro Istruzione e Merito.
Milanese, 61 anni, è stato fino ad oggi professore ordinario di Diritto
romano presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di
Torino e l’Università Tor Vergata di Roma. Avvocato, è iscritto all’albo
presso la Corte di Appello di Milano. Nel governo Meloni si occuperà
di scuola assumendo la responsabilità del dicastero dell’Istruzione e
del Merito. Dall’ottobre 2018 al dicembre 2019, Valditara ha ricoperto
l’incarico di capo dipartimento per la formazione superiore e per la
ricerca del Miur. Valditara è stato anche senatore tra il 2001 e il 2013
senatore della Repubblica e tra il 2000 e il 2001 assessore provinciale
all’istruzione e all’edilizia scolastica della Provincia di Milano; mentre
tra il 1999 e il 2000: membro della Commissione di studio istituita
presso la Presidenza della Regione Lombardia sui temi del federalismo,
della riforma dello statuto regionale e sulla proposta di uno statuto di
autonomia particolare.

Annamaria Bernini (Forza Italia) Ministro Università e ricerca –
È il nuovo ministro dell’Università. Politica di lungo corso, ha iniziato
la carriera in Alleanza nazionale di Gianfranco Fini, diventando poi
esponente del Popolo della Libertà e, infine, di Forza Italia. Eletta in
Parlamento per la prima volta nel 2008, nel 2010 corre alle Regionali
dell’Emilia-Romagna come candidata di centrodestra. Alle Politiche
2013 viene eletta senatrice del Popolo della libertà, salvo poi aderire
alla rinata Forza Italia dal 16 novembre dello stesso anno. Nel 2018
è rieletta a Palazzo Madama, ricoprendo la carica di capogruppo dei
senatori azzurri e affianca Antonio Tajani come vicecoordinatrice
nazionale del partito. Laureata con lode in Giurisprudenza all’Alma
Mater nel 1991, diversi programmi di studio all’estero, è avvocata e
docente universitaria. Nel 2019 ha presentato un Disegno di Legge
a favore dei giovani meritevoli. Il provvedimento prevedeva sistemi
premianti per under 35 particolarmente meritevoli attraverso borse di
studio per effettuare tesi di ricerca, master di primo o secondo livello,
un fondo start up in materie legate alle nuove tecnologie, fondi per
il rientro di cervelli in fuga, incentivi per stimolare le assunzioni di
giovani, l’anticipo del praticantato e l’istituzione del fondo Erasmus
Italia.

Gennaro Sangiuliano (tecnico) Ministro della Cultura
Napoletano, classe ‘62, una formazione da giurista e una carriera
tutta nel giornalismo, inviato di economia e politica internazionale e
poi direttore, dal 2018 al timone del Tg2 Rai, Gennaro Sangiuliano,
da oggi ministro della cultura nel governo Meloni, è da sempre
dichiaratamente schierato e impegnato a destra. Laureato in
giurisprudenza alla Federico II, un dottorato in Diritto ed economia,
sempre a Napoli, e poi un master in diritto privato europeo alla
Luiss di Roma. Direttore del quotidiano Roma e poi vicedirettore di
Libero. Entrato in Rai nel 2003 è stato inviato in Bosnia, Kosovo e in
Afghanistan. Dal 2009 al 2018 è stato vicedirettore del Tg1. Nel 2018 è
stato nominato direttore del Tg2, riconfermato nel 2021.

Orazio Schillaci (tecnico) Ministro della Salute
Da novembre 2019 Rettore dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
56 anni, romano, è stato dal 2013 preside della Facoltà di Medicine
e Chirurgia, e dal 2007 è Professore Ordinario di Medicina Nucleare
sia nel corso di laurea in Medicina e Chirurgia che nel corso di laurea
in TRM (Tecniche di radiologia medica). Dal 2001 è poi direttore
della UOC di Medicina Nucleare del Policlinico Tor Vergata; è anche
presidente dell’Associazione Italiana Medici di Medicina Nucleare.
Schillaci e’ stato membro del Comitato Scientifico dell’Istituto
Superiore di Sanità, nominato dal ministro uscente, Roberto Speranza,
lavorando a fianco del presidente dell’Istituto Silvio Brusaferro.

Daniela Santanchè Imprenditrice, nata a Cuneo nel 1961 e laureata in scienze politiche
all’Università di Torino. Nel 1995 inizia la sua carriera politica nelle
fila di Alleanza Nazionale accanto a Ignazio La Russa. Nel 2001 è eletta
alla Camera, nel 2005 è relatrice della Legge finanziaria. Nel 2008 è
la prima donna a candidarsi a premier con La Destra. Fonda poi il
Movimento per l’Italia, alleato con il centrodestra. Nel 2010 entra nel
governo Berlusconi come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
e nel 2013 è rieletta in Parlamento con il Popolo della Libertà – Forza
Italia. Nel 2017 aderisce a Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni la nomina
Portavoce regionale in Lombardia.

Ministri senza portafoglio

Luca Ciriani (Fratelli d’Italia) Ministro Rapporti con il
Parlamento.Friulano, 55 anni, capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia
per due legislature, Luca Ciriani milita nel Msi da giovanissimo,
dai tempi dell’Università di Trieste dove si è laureato in Lettere.
Tra gli esponenti più vicini a Giorgia Meloni, seguirà il ministero
dei Rapporti per il Parlamento e i delicati equilibri all’interno della
maggioranza e con le opposizioni. Nel 2015 aderisce a Fratelli d’Italia.
Nel 2018 approda al Senato per Fratelli d’Italia dove diventa presidente
del gruppo parlamentare, incarico in cui è stato confermato anche in
questa legislatura e che ora – che entra al governo – dovrà lasciare.

Paolo Zangrillo (Forza Italia) Ministro Pubblica
amministrazione Nato a Genova ma coordinatore di Forza Italia
in Piemonte, laurea in giurisprudenza, esperienze come manager
di grandi aziende quali Magneti Marelli, Fiat Powertrain e Iveco, il
senatore Paolo Zangrillo, nominato ministro dell’ambiente e della
sicurezza energetica nel nuovo governo Meloni è fratello di Alberto
Zangrillo (medico personale di Silvio Berlusconi) e come lui gran
tifoso del Genoa Calcio. Parlamentare dal 2018 nelle liste di Forza
Italia, 60 anni, ha conseguito la laurea nel 1987 all’università degli
Studi di Milano. Nel marzo 2018 l’elezione alla Camera dei Deputati
con Forza Italia e la rielezione al Senato.

Roberto Calderoli (Lega) Ministro Affari Regionali e le
Autonomie. Leghista della prim’ora, Roberto Calderoli si appresta a
giurare da ministro per la terza volta nella sua ormai più che trentennale
carriera politica. Questa volta guiderà il dicastero gli Affari Regionali
e delle Autonomie, dopo essere stato a capo delle Riforme istituzionali
dal 2004 al 2006 e della Semplificazione normativa dal 2008 al 2011,
sempre con Silvio Berlusconi presidente del consiglio. Classe 1956,
Calderoli muove i primi passi accanto a Umberto Bossi. Laureato in
medicina, e da sempre strenuo sostenitore delle Autonomie, tema caro
al nuovo governo. Calderoli è stato anche vicepresidente del Senato per
tre volte.

Nello Musumeci (Fratelli d’Italia) Ministro delle Politiche del
Mare e del Sud. Presidente della Regione siciliana nella legislatura
appena conclusa, Nello Musumeci, 67 anni, bancario e giornalista
pubblicista, è uno dei volti storici della destra in Sicilia degli ultimi
trent’anni. Col governo Meloni sarà ministro del Sud e del Mare.
Giovane presidente della Provincia di Catania eletto con il Msi nel 1994,
resta alla guida dell’ente per due mandati. È stato anche coordinatore
regionale di Alleanza Nazionale, partito che lascia nel 2005 in polemica
con Gianfranco Fini, fondando il movimento regionale Alleanza
Siciliana. Sottosegretario di Stato alle Politiche del Lavoro nel quarto
governo Berlusconi nel 2011. Nel 2017 è eletto governatore della Sicilia,
incarico per il quale decide di non ricandidarsi a settembre scorso per
favorire l’unità del centrodestra siciliano, quindi viene eletto senatore
della Repubblica alle politiche del 25 settembre.

Raffaele Fitto (Fratelli d’Italia) Ministro per gli Affari europei,
per le politiche di coesione e per il Pnrr. Un’esperienza da eurodeputato,
presidente della Regione Puglia e ministro per gli Affari regionali nel
quarto governo Berlusconi. Raffaele Fitto occuperà la cruciale casella
degli Affari europei – che si occuperà anche del Pnrr-. Dopo una lunga
carriera politica iniziata con la militanza nella Dc a soli 19 anni,
passata per Forza Italia e approdata in Fratelli d’Italia. Nato a Maglie
il 28 agosto 1969, laureato in giurisprudenza, Raffaele è figlio del
politico democristiano Salvatore Fitto, presidente della Regione Puglia
dal 1985 fino alla sua morte, nel 1988. Aderisce al Partito Popolare
Italiano di Rocco Buttiglione, che seguirà nell’alleanza con la neonata
Forza Italia. Nel 1995 viene riconfermato in regione, dove diventerà
assessore e vicepresidente. Nel 1999 è eletto parlamentare europeo
con Forza Italia. Rimane in carica solo per un anno perché nel 2000 si
candida alla guida della Puglia, diventando il più giovane presidente
di Regione della storia della Repubblica. Fitto approda in Parlamento
come deputato Fi, e nel 2008 è nominato ministro per gli Affari
regionali nel governo Berlusconi IV. Alle politiche del 25 settembre è
stato eletto deputato con Fratelli d’Italia.

Andrea Abodi (tecnico) Ministro per lo Sport e i giovani. Nato
a Roma il 7 marzo del 1960, una laurea in economia alla Luiss, una
vita da dirigente principalmente nel settore di cui ora è ministro.
Andrea Abodi è il nuovo titolare del dicastero dello sport nel governo
Meloni. Attualmente presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo,
un incarico giunto all’apice di una lunga carriera nel mondo della
dirigenza sportiva, che lo ha portato tra l’altro ad essere tra i
cofondatori di Media Partners, presidente della Lega calcio di serie B,
consigliere della Figc, e consigliere di Coni Servizi.

Eugenia Roccella (Fratelli d’Italia) Ministro Famiglia, Natalità
e Pari opportunità. 69 anni nata a Bologna e figlia di uno dei fondatori
del Partito Radicale, Franco Roccella, e della pittrice e femminista
Wanda Raheli. È il nuovo ministro della Famiglia, natalità e pari
opportunità. Laureata in lettere moderne, è dottore di ricerca presso
l’Università La Sapienza. Dal 2000 è giornalista professionista. È
diventata editorialista del quotidiano Avvenire e ha collaborato con
Il Foglio, con Il Giornale e con la rivista bimestrale di cultura politica
Ideazione. Nel 2013 ha fondato “Di mamma ce n’è una sola”, il primo
comitato italiano contro l’utero in affitto. Alle elezioni politiche del
2022 viene ricandidata alla Camera nel collegio uninominale Puglia,
per il centrodestra e in terza posizione nelle liste di Fratelli d’Italia nei
collegi plurinominali Calabria e Sicilia.

Alessandra Locatelli (Lega) Ministro per le Disabilità. Il
nuovo ministro della Disabilità, Alessandra Locatelli, è della Lega.
Ha ricoperto per meno di due mesi l’incarico di ministro senza
portafoglio della Famiglia e della Disabilità con il governo Conte I, nel
luglio 2019, ma a settembre, con il governo Conte II, quell’incarico fu
affidato ad Elena Bonetti. Nata a Como, 46 anni, Locatelli è laureata
in Sociologia, educatrice specializzata nella cura delle persone affette
da disabilità psichica, ed ha lavorato nel campo dell’assistenza e della
cura delle persone affette da disabilità intellettiva. Militante della Lega
Nord, nel marzo 2016 ne è diventata segretaria cittadina a Como. Il suo
primo ingresso alla Camera è nel 2018.
Maria Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia) Ministro per
le Riforme istituzionali. Veneta, 76 anni, giurista, Elisabetta Casellati
è stata nella scorsa legislatura presidente del Senato: la prima donna
ad essere stata eletta alla seconda carica dello Stato. Ora guiderà il
ministero delle Riforme del governo Meloni. Dopo la laurea in Legge a
Ferrara diventa avvocato. Aderisce a Forza Italia sin dalla fondazione.
Dal 1994 per il partito di Silvio Berlusconi è stata eletta sette volte a
Palazzo Madama. È stata due volte sottosegretario ma mai ministro,
ed è stata eletta dal Parlamento membro laico del Consiglio Superiore
della Magistratura. Il 28 gennaio 2022, durante le votazioni per
eleggere il presidente della Repubblica, viene indicata come candidata
del centrodestra; al quinto scrutinio, tuttavia, il suo nominativo non
raggiunge il quorum di preferenze, per cui si sfila dalla corsa al termine
della quale ci sarà la rielezione al Quirinale di Sergio Mattarella.

Gabriela

Questo mese abbiamo incontrato Gabriela Ionela Galbeoru, donna,  parrucchiera, nata e cresciuta in Romania fino all’età di 21 anni quando è giunta in Italia provando a farsi  strada sgomitando nel campo dell’hair styling. Gabriela ha dato vita alla  sua attività diventando una figura affermata  nella realtà veliterna. Una donna coraggiosa e con grande forza di volontà che ha lasciato il suo Paese, la Romania, integrandosi nella nostra realtà locale, che non sembra ancora oggi offrire molte opportunità. Gabriela ha deciso invece di farcela, con tanto olio di gomito e pazienza, come lei stessa ci racconta.

Ha dato dimostrazione che, un’opportunità se si vuole non si aspetta, si cerca, si crea, ed è proprio così che è nato il suo Atelier per capelli in via Ponente n. 44 a Velletri. La sua passione è stata la forza motrice che le ha permesso di scardinare il mondo imprenditoriale veliterno, diventandone parte integrante.

Gabriela si è guadagnata la fiducia delle sue clienti, ha preso in mano le forbici ed ha dato filo da torcere ad un vasto elenco di parrucchieri presenti nel panorama locale.

L’abbiamo intervistata per conoscerla meglio, per sapere chi è, come e perché è arrivata fin qui, a fare quello che più le piace, dando voce a chi ha deciso di partire e ricominciare per rincorrere i propri sogni.

Cosa significa al giorno d’oggi essere un’imprenditrice in una realtà  come quella di  Velletri?

È una grande fatica al giorno d’oggi avere un’attività. Attualmente le circostanze economiche rendono difficile il mantenimento di un’attività individuale come la mia. La mancanza di collaboratori ed il Covid sono stati fra gli ostacoli da affrontare, nonostante ciò ho cercato di uscirne a testa alta. In fin dei conti, è tenendo duro che si va avanti, se si crede in se stessi, e si fa un buon lavoro, nulla può fermarti.

Cosa l’ha spinta ad intraprendere un’attività qui a Velletri?

Amo il mio lavoro. Ho coltivato la mia passione, ho perseguito un obiettivo e ne ho fatto la mia professione. Questo mi ha spinto ad aprire un posto tutto mio, una mia attività – in un luogo in cui mi sentissi a casa – e oggi posso affermare di avere grandi soddisfazioni.

Come si è destreggiata nel mondo del commercio e quali ostacoli ha dovuto affrontare?

Un ostacolo è sicuramente la concorrenza, ma è un aspetto relativo del commercio. Credo che dipenda tutto dalla gestione della propria attività.  Ognuno ha un suo approccio e modo di fare negli affari. Bisogna sapersi destreggiare nella mischia, dimostrando la propria unicità. Questo per me vuol dire fare concorrenza.

Secondo lei, quali sono le tre qualità una una donna dovrebbe avere per farsi strada nel mondo imprenditoriale?

Credo che, soprattutto nel mio lavoro, il titolare di un’attività debba essere innanzitutto disponibile, propenso al dialogo con il pubblico. Determinato, perché nel mondo imprenditoriale bisogna essere decisi, sapere cosa si vuole.

Lei crede di avere  le qualità che ci ha appena descritto?

Spero e credo di averle, sicuramente questi lati di me mi permettono di lavorare sodo e correttamente. Infine,  di fondamentale importanza per me, è la pazienza, che va a braccetto con la disponibilità.

Quali differenze sostanziali lei nota nel mondo del commercio tra l’Italia ed il suo paese d’origine?

Confesso che quando ho lasciato il mio paese d’origine ero giovane, avevo ventun’anni e non so dire con precisione quali fossero le dinamiche commerciali. Con il tempo e l’esperienza lavorativa oggi forse potrei dire, che l’attività imprenditoriale differisce molto tra i due paesi, hanno sicuramente cose in comune, forse più contro che pro, ma non saprei davvero valutare quale sistema sia migliore. Ho fatto esperienza in Italia, il paese dove sono cresciuta e  ho coltivato la mia passione,  mi trovo bene qui, sono riuscita ad integrarmi in un sistema che, a dirla tutta, non sembra per niente spiacevole.

Roberta Bartoli

Abbiamo intervistato per voi Roberta Bartoli, la prima vicesindaca eletta alle elezioni comunali di Lariano del 12 giugno scorso, insieme all’attuale primo cittadino Francesco Montecuollo di “Insieme per Lariano”. Una delle figure femminili di spicco della realtà locale che ha abbracciato una nuova era, “l’era delle braccia aperte”, stando alle parole del discorso di inaugurazione del nuovo sindaco. Roberta è una donna dalle grandi capacità, che ha saputo guadagnarsi la fiducia e il calore dei suoi concittadini. In molti l’hanno votata, offrendole la possibilità di poter dimostrare chi è e cosa può fare per il suo paese. Le abbiamo chiesto quali saranno le dinamiche comunali e come lei si comporterà al riguardo.

Che aspettative aveva per le elezioni del 12 giugno, prima che Lariano votasse in gran maggioranza “Insieme per Lariano”, inaugurando “L’era delle braccia aperte”?  Quali sono ora le sue considerazioni?

I cittadini hanno chiesto con chiarezza un cambiamento nel modo di amministrare Lariano ed è quello che stiamo facendo. Le nostre porte sono sempre aperte, dal primo giorno, e lo saranno per i prossimi 5 anni. Come dicevo, già prima della campagna elettorale si è sollevata una richiesta corale di partecipazione da parte della cittadinanza che si è tramutata in un voto che ha definito una maggioranza chiarissima. Tantissimi cittadini hanno creduto in noi ed è nostro compito essere all’altezza delle aspettative. Sono convinta che i cittadini, già in questi primi pochi giorni di governo, abbiano visto che noi ci siamo e che siamo qui per loro.

Roberta Bartoli1
Francesco Montecuollo e Roberta Bartoli

Roberta Bartoli, prima vicesindaca di Lariano. Come figura femminile nella sfera pubblica e sociale, sente la responsabilità che comporta un ruolo fondamentale nella compagine amministrativa?

Le responsabilità fanno parte “del gioco”. Ne ero consapevole nel momento in cui ho deciso di candidarmi e quando sono stata eletta la consapevolezza è aumentata. I cambiamenti nella mia vita quotidiana ci sono stati, passo la maggior parte del mio tempo al Comune perché questo compito che mi è stato affidato va rispettato e assunto con impegno e dedizione. lo vivo con emozione ogni giorno perché innanzitutto è un grande onore e orgoglio, la prima ad avere grandi aspettative sul mio lavoro, sono proprio io.

In che modo sta agendo insieme al primo cittadino e all’intero consiglio comunale per venire incontro alle esigenze dei cittadini?

Stiamo studiando tutte le carte e mi sto confrontando costantemente con gli Uffici Comunali per conoscere al meglio la situazione riguardante le mie deleghe. La prima valutazione che ho dovuto fare è stata sulle urgenze e le questioni su cui intervenire con precedenza

Può darci un’anteprima di cosa accadrà nei prossimi mesi? Quali programmi, iniziative, decisioni amministrative bollono in pentola al Comune? 

C’è da riavviare una macchina che è stata trascurata in tante sue parti. Chi ci ha preceduto ha forse sottovalutato l’importanza di alcuni settori e soprattutto del rapporto quotidiano con i cittadini. Il mio impegno in queste prime settimane e che continuerà nei prossimi mesi è proprio di riallacciare un dialogo quotidiano con i nostri concittadini. Un dialogo che serve a loro per tornare a sentirsi parte in causa delle decisioni che li riguardano e a noi per mantenere sempre alta l’attenzione sui temi più importanti e prioritari.

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