È bello raccontare storie positive, di crescita e di collaborazioni. In questo periodo post-pandemia è addirittura necessario, ci fa stare bene incontrare persone positive, che non si sono fatte scoraggiare dai mesi trascorsi ma hanno mantenuto la passione, la grinta e la fiducia nel futuro.
Al ristorante Borgia Milano, nella prestigiosa via Washington della città meneghina, queste caratteristiche sono declinate al quadrato, da quando è iniziata la collaborazione fra il patron Edoardo Borgia e il nuovo Executive Chef Giacomo Lovato.
Edoardo è giovane ma sa il fatto suo. Cresciuto al fianco di un padre imprenditore e di una mamma illuminata che lo hanno cresciuto con spirito rigoroso ma indipendente, incentivando viaggi, studio e lavoro. Una laurea in psicologia, un carattere unconventional e tanta creatività lo hanno spinto a seguire personalmente i lavori di ristrutturazione del Borgia Milano, terminati non molto tempo prima della pandemia. Il locale è davvero bello, con alcuni ambienti diversi fra loro ma legati da elementi comuni: opere d’arte, arredi di design, verde e tanto spazio. Dopodiché Edoardo Borgia ha riunito uno staff giovane ma di grande professionalità e soprattutto sulla sua lunghezza d’onda. Gli abbinamenti sono curati dal sommellier Devis Giuliano e il servizio di sala è guidato dal maître Tiziano Sotgia.
Da poche settimane è entrato in squadra Giacomo Lovato, chef varesino fra i più quotati della sua generazione. Nel curriculum esperienze importanti da Claudio Sadler e Carlo Cracco e quattro stagioni trascorse a capo delle cucine del ristorante gastronomico Snowflake di Breuil-Cervinia.
Lovato è un cavallo di razza dal carattere apparentemente riflessivo e ricco di aplomb che quando si mette ai fornelli rivela tutte la sua anima rock. L’incontro con Edoardo Borgia è stato da subito nel segno dell’empatia. Grande rispetto reciproco, grande autonomia ma anche un confronto creativo che ha portato a una vera e propria rivoluzione della carta, con il menù Psyche composto da sei portate che vengono preparate in esclusiva, in base ai gusti e alle preferenze dichiarate dai commensali. Un’esperienza tailor made che coinvolge tutti i cinque sensi, con la sala che “spinge” sugli abbinamenti, divertendo ed emozionando in continuo crescendo.
Non mancano la carta, per chi vuole scegliere prima di degustare e il menù signature Giacomo Lovato, una selezione dettata dallo chef che racconta di quanto la cucina di Lovato sia netta, identitaria, mai banale. E chi lo ha seguito nel suo percorso non può che comprendere che Lovato è pronto, è maturo per riconoscimenti importanti, lo sono la sua cucina, le tecniche acquisite ma soprattutto la sua personalità; semplice, low profile e incantevole.