Il 25 novembre si celebra la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Perché nasce questa giornata e perché si celebra proprio il 25 novembre? È stata l’assemblea dell’Onu nel 1999 a scegliere questa data in ricordo del sacrificio delle sorelle Mirabal, attiviste del “Movimento 14 giugno”, un gruppo politico clandestino dominicano che si opponeva al regime dittatoriale di Rafael Leónidas Trujillo.
Queste tre donne, coraggiose e rivoluzionare, sono state prese come simbolo per denunciare il maltrattamento fisico e psicologico perpetrato dagli uomini nei confornti delle donne. Purtroppo l’argomento è più che mai attuale. La violenza sulle donne è un fatto quotidiano come dimostrano i dati e le percentuali che non sembrano mai diminuire.
Secondo il report della Direzione centrale della polizia criminale, dal 1° gennaio al 13 novembre 2022 sono 84 le donne uccise in ambito familiare e/o affettivo, di cui 49 uccise per mano dei propri partner o ex partner. Entrambi questi dati hanno subito un leggero calo dal 2021 al 2022, ma si può considerarlo un successo? A mio parere assolutamente no. Dovremo auspicare ad un’eliminazione totale del fenomeno e non sperare che ogni anno le morti diminuiscano.
Alla base di questo fenomeno sono convinta ci sia sempre la questione culturale: purtroppo la donna è considerata un oggetto da possedere, è l’uomo a scegliere per lei perché gli appartiene. Questa cultura malata dell’uomo dominante va sradicata: bisogna educare sin da subito i più piccoli al rispetto dell’altro sesso. Sono convinta che un altro elemento da considerare è il “rapporto con sé stessi”. Per educare al giusto rapporto con gli altri e soprattutto con il sesso opposto, bisogna educare prima al rapporto con sé stessi. Se un uomo cresce con l’idea che non può esprimere le sue insicurezze e non può chiedere aiuto altrimenti la sua mascolinità viene meno, queste si faranno sempre più grandi ed inevitabilmente le andrà a sfogare su qualcun altro (soprattutto sulla donna con cui è impegnato in una relazione). Perciò bisogna educare i maschi al concetto di aiuto e combattere invece il concetto di mascolinità tossica che “avvelena” tanto gli uomini quanto le donne. Altro problema che spesso emerge è che le donne vittime di violenza non denunciano quanto accade perché non si sentono adeguatamente protette. Spesso accade che le stesse istituzioni non sanno relazionarsi con donne che hanno subito violenza, soprattutto per la mancanza di una formazione adeguata. Una donna vittima di violenza che non denuncia potrebbe aver timore di non essere creduta o che ciò che le è accaduto venga trattato con superficialità. Anche su questo bisogna continuare a fare passi avanti, fornendo anche una maggiore formazione a coloro che operano in questi ambiti. Inoltre servirebbe dare più spazio e visibilità alle associazioni e ai centri che trattano questa tematica sul territorio, creando momenti di confronto e di sensibilizzazione, nelle scuole e sui luoghi di lavoro. La violenza sulle donne non è un argomento che riguarda solo le donne, ma la società tutta, poiché, finché ci saranno ancora donne uccise ingiustamente, donne picchiate e maltrattate, donne sottomesse, non ci potremo mai considerare una società evoluta e libera. Il progresso che tutti i paesi decantano deve essere anzitutto un progresso umano, poichè, finché esisterà questa triste realtà, non potremo considerarci una società evoluta.