“Una città policentrica con un’amministrazione itinerante e vicina alla cittadinanza”, il progetto del candidato sindaco Massimiliano Borelli.
Dopo l’emergenza Covid-19, Albano Laziale torna alle elezioni amministrative. Nell’alveo del centro-sinistra l’obiettivo è quello di imprimere un rinnovato slancio ai dieci anni di governo del sindaco Nicola Marini. La quadra la si trova sul nome di Massimiliano Borelli sostenuto dal Partito Democratico, Lista Identità e bene comune, Lista Liberali e Riformisti, Lista Noi Domani, Lista Viviamo Albano, Lista Albano Coraggiosa, Lista Patto Civico, Lista l’Altra Albano e Lista Insieme.
Massimiliano Borelli, dopo una lunga carriera politica, ha deciso di candidarsi. Quali sono le sue proposte?
Albano ha bisogno di un’armonizzazione dei servizi essendo una città diffusa e policentrica che contiene anche Pavona e Cecchina con due borghi come Le Mole e Cancelliera. Il Covid ci ha mostrato la necessità di dotarci di una semplificazione burocratica e di un accesso facilitato dei cittadini ai servizi pubblici. Le procedure devono essere dematerializzate. Pavona e Cecchina vivono una sorta di allontanamento rispetto al centro, quindi la mia proposta è quella di una giunta itinerante che prevede l’incontro tra sindaco e assessori con i cittadini di quelle zone e in quelle piazze. A chi dice che è solo propaganda, rispondo che sono venti anni che giro per la mia città e questo me lo riconoscono innanzitutto i cittadini.
Albano arriva da dieci anni di amministrazione di centrosinistra. In molti si chiedono se lei non rappresenti un semplice continuum.
Da un punto di vista politico può essere vero. Ma non lo è da un punto di vista anagrafico, di storia e di sensibilità politica. Per quanto si condivida l’appartenenza al partito, ci sono delle sfumature. In dieci anni, Nicola Marini ha affrontato una difficile crisi economica e una difficoltà di gestione del bilancio in dissesto. La sua azione di risanamento ha permesso di consolidare le casse comunali e di rendere la città di Albano un ente credibile e competitivo. Oggi, siamo un punto di riferimento per vari progetti oltre che buoni interlocutori per diversi investitori privati. Domani, intendo costruire su queste fondamenta degli asset strategici che puntino a valorizzare le peculiarità dei tre centri. Pavona ha una vasta area artigianale e commerciale che deve essere rilanciata attraverso un piano di infrastrutturazione e digitalizzazione che permetta di attrarre aziende.
La coalizione che la sostiene è molto ampia. C’è il rischio di una gestione troppo farraginosa?
Il compromesso è l’arte di fare politica. Penso di avere la capacità di trovare un giusto equilibrio in vista dell’unico obiettivo, che è quello di salvaguardare l’interesse dei cittadini. Diverse liste che mi sostengono fanno capo ad amministratori che in questi anni hanno raggiunto ottimi risultati in ambito sociale, di gestione dei rifiuti. C’è una visione comune che permette di guardare avanti insieme.
Pensa di applicare una diversa gestione degli spazi verdi rispetto all’attuale amministrazione?
È fuor di dubbio che a fasi alterne abbiamo registrato dei punti di caduta in questo ambito. Ultimamente le problematiche sono emerse dirompenti a causa del Coronavirus. Eravamo impegnati in un importante bando di gara da 260mila euro per la manutenzione del verde e la potatura delle alberature. La pandemia ha causato il blocco totale dello svolgimento. Ma ora, la gara è stata espletata: la manutenzione partirà anche se in ritardo. Per il futuro, abbiamo intenzione di promuovere una gestione partecipata del verde. Un progetto insiste su Villa Contarini e vede l’apertura di un chiosco come esito di un bando pubblico. Ci sarà una compartecipazione pubblico-privata degli spazi che permetterà un miglior presidio fisico e quindi un maggior controllo. Spesso, quando questi spazi sono lontani dai luoghi più frequentati diventano teatro di bivacco ed inciviltà. Anche i nostri parchi, non avendo spazi di incontro, risultano essere poco valorizzati. Per questo il progetto ‘percorso salute’ è importante. A tal uopo abbiamo svolto un tavolo di confronto con le varie associazioni sportive e non. Il parco diventa così uno spazio di condivisione e di gestione condivisa.
Albano presenta diverse barriere architettoniche che rendono difficile la fruibilità del territorio da parte delle persone portatrici di handicap. Avete pensato ad una soluzione?
Bisogna rendere la città più vivibile sia per le persone portatrici di handicap sia per i bambini che spesso vengono esclusi dal dibattito sulla cosa pubblica ed in particolare sulle barriere architettoniche. Certo è che il territorio è molto esteso e le risorse poche, perciò affermare con sicumera di abbattere tutte le barriere architettoniche in poco tempo sarebbe un presa in giro per i cittadini. Ma laddove ci sono i punti di maggior aggregazione, è dovere dell’amministrazione permetterne la fruibilità a tutta la popolazione. Questo è un obiettivo che ci dobbiamo prefiggere. Considerando che, comunque, molte barriere architettoniche sono state abbattute durante questa nostra amministrazione di centrosinistra: il palazzo comunale è accessibile, il Museo Civico prevede un percorso per non vedenti. L’accessibilità e l’inclusione sono fondamentali.